Un’indimenticabile arrampicata sportiva e adrenalinica

LA VIA FERRATA DEL MONTORFANO: “TOCCARE CON MANO” IL GRANITO

Lago di Mergozzo
Difficile
Distanza 744 m
Durata da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + 75 m
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Il MONTORFANO è un unico blocco di granito, roccia pura, segnato da secoli di attività estrattiva del granito, abbracciato dal Lago di Mergozzo, dal Lago Maggiore e dal Fiume Toce, solitario nella piana alluvionale del Toce.
L’itinerario sportivo di arrampicata del Montorfano ti permette di “toccare con mano” questa roccia, trascorrendo una giornata indimenticabile di arrampicata sportiva sulla adrenalinica FERRATA MONTORFANO e sulla FALESIA MONTORFANO (link al percorso GPX disponibile tra gli allegati).
Lungo l’itinerario trovi pannelli esplicativi di dettaglio ma ti consiglio di iniziare l’itinerario dal lungolago di Mergozzo seguendo il sentiero A58 che in un’ora ti porta alla via FERRATA MONTORFANO.
La via FERRATA MONTORFANO è classificata “D:DIFFICILE” e presenta tratti molto esposti per i quali è necessaria una particolare abitudine al vuoto oltre al set da ferrata.
Lungo il percorso trovi quattro settori di arrampicata e due spettacolari ponti tibetani di trenta metri che attraversano il vuoto.
Completata la via FERRATA MONTORFANO puoi proseguire l’itinerario raggiungendo la vetta del Montorfano, per poi scendere sul versante opposto raggiungendo la FALESIA MONTORFANO, un terrazzo granitico sul lago di Mergozzo, con tre settori di arrampicata di diversa difficoltà.
Dalla falesia si scende al borgo di Montorfano dove si trova l’antica Chiesa romanica di San Giovanni Battista del XI-XII secolo, che merita assolutamente una visita.
Chiudi l’anello percorrendo il Sentiero Azzurro, costeggiando il lago di Mergozzo scoprendo suggestivi scorci panoramici e la freschissima fonte d’acqua detta “del Vescovo”.
Sul lungolago di Mergozzo ti puoi godere finalmente un momento di riposo in un locale affacciato sul lago, concludendo una giornata indimenticabile.

LA GUIDA ALPINA TI CONSIGLIA
L’itinerario sportivo di arrampicata del Montorfano è spettacolare e divertente.
E’ necessario però prestare la massima attenzione alla sicurezza: sulla ferrata devi avere il set (casco, imbragatura, dissipatore) e devi essere abituato al vuoto.




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Quick info

Da Pra’ Michelaccio alla Cima Montorfano

VIE STORICHE DI MONTAGNA: LA LINEA CADORNA

Lago di Mergozzo
Medio
Distanza 6 km
Durata Da 3 a 63 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +590
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Linea Cadorna è il sistema difensivo che venne costruito vicino alla frontiera svizzera durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Luigi Cadorna, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale temeva un’invasione austro-tedesca, attraverso la neutrale Svizzera.
L’immensa struttura difensiva, costruita tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, si estendeva dall’Ossola al Verbano fino alla Lombardia, divenendo un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, casermette e punti di avvistamento.
I lavori furono eseguiti da muratori e scalpellini locali ed anche le donne ebbero un ruolo fondamentale nella realizzazione della linea difensiva, in particolare nel trasporto di materiale e rifornimento nei cantieri.
La Linea Cadorna non venne mai utilizzata per scopi bellici ed oggigiorno questa strada militare è un patrimonio storico che permette alla comunità di conoscere un momento di storia del Novecento.
E’ però anche un patrimonio naturalistico di sentieri per gli amanti di trekking e della mountain-bike offrendo percorsi percorribili quasi tutto l’anno (prestare attenzione in caso di recenti nevicate).

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il Mont’Orfano o Montorfano, grazie alla sua posizione isolata, venne considerato un importante luogo strategico da cui dominare a 360° il territorio circostante, dal Lago Maggiore al Lago d’Orta alla Bassa Ossola.
Alle pendici del monte vennero realizzate varie costruzioni militari ancora visibili e raggiungibili grazie alla strada Cadorna, un percorso sterrato camionabile lungo 4 km e largo ben 4 metri.
Il percorso in questo tratto di Linea Cadorna inizia a Mergozzo, nella Loc. Pra’ Michelaccio (204 m slm), seguendo le indicazioni per le fortificazioni militari.
La strada militare, asfaltata solo nel primo breve tratto, diventa una bella sterrata che sale per 4 km con pendenza costante e con bei tornanti in pietra che conducono alla prima Casermetta. Proseguendo con un susseguirsi di manufatti militari di notevole bellezza (muri di contenimento e canali idraulici), la strada giunge alla seconda Caserma e alla Polveriera. La vista panoramica che si ha da quassù è davvero suggestiva.
Dalla Polveriera si può proseguire fino alla Cima del Montorfano (794 m slm – circa 2 km). La sterrata lascia posto ad una mulattiera che poi diventa sentiero erboso ed in circa 45 minuti raggiunge altre opere militari (ricoveri e baraccamenti), la cui edificazione ha visto l’impiego di risorse naturali locali tra cui il granito estratto dalla vicina Cava Verde, ai piedi del Montorfano.

Attenzione: La strada in alcuni punti è priva di protezioni. Prestare attenzione in caso di recenti nevicate.

PUNTI D’INTERESSE
Vista panoramica sul Lago Maggiore, Lago d’Orta, di Mergozzo e Bassa Ossola.
Manufatti militari di notevole bellezza.
Adatto a tutta la famiglia è il Sentiero Azzurro, un bellissimo percorso lastricato che collega il paese di Mergozzo all’abitato di Montorfano, da cui si ha una vista panoramica su Lago di Mergozzo e Lago Maggiore.
Per chi cerca adrenalina, lungo la Strada Cadorna, si incontra invece l’accesso alla Via Ferrata Montorfano, percorso con ponti tibetani e passaggi esposti (livello Difficile; via da percorrere solo muniti di idonea attrezzatura).
(https://www.comune.mergozzo.vb.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/fer… )
Da Pra’ Michelaccio, lungo le rive del fiume Toce, passa l’omonima Ciclovia del Toce che proveniente dall’Alta Val Formazza, prosegue sino al Lago Maggiore. https://lagomaggiorexperience.it/percorso/ciclovia-del-toce-in-bici-tra-…
Per gli amanti di storia locale, a Mergozzo paese, si possono inoltre visitate l’Ecomuseo del Granito di Montorfano e il Museo Civico Archeologico con l’esposizione di reperti dalla Preistoria all’Età Medievale. www.ecomuseogranitomontorfano.it

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Un corridoio tra Lago Maggiore e Ossola

CICLOVIA DEL TOCE

Domodossola e dintorni
Facile
Distanza 47 km
Durata 4 ore
Elevation 275-194
Dislivello + +75
Dislivello – -140
Pendenza nulla

Descrizione Percorso

La Ciclovia del Toce è uno splendido itinerario che si sviluppa lungo le sponde del fiume Toce fino al Lago Maggiore. Il percorso parte dalla stazione ferroviaria di Domodossola e seguendo piste ciclabili, piste agricole e stradine asfaltate secondarie attraversa tutto il fondovalle ossolano fino alla riserva naturale del Fondo Toce terminando alla Stazione ferroviaria di Verbania – Pallanza.
La Ciclovia del Toce coincide in parte con l’itinerario La Via del Mare dichiarato da Regione Piemonte “percorso di interesse regionale” che parte da Domodossola e termina ad Imperia attraversando da nord a sud tutto il Piemonte.

La Ciclovia del Toce può essere percorsa per intero con ritorno in treno oppure viene proposta suddivisa in percorsi tematici:
• In bici tra i borghi: da Domodossola a Vogogna
• In bici tra i boschi: da Vogogna a Ornavasso
• In bici tra i fiori: da Ornavasso a Fondotoce

Un quarto percorso tematico si svolge ad anello a nord di Domodossola e si chiama In bici tra i fiumi.

Componendo questi percorsi tra loro si possono effettuare passeggiate di lunghezza adeguata alle proprie capacità tecniche. Tutti i paesi del fondovalle hanno una stazione ferroviaria per raggiungere il punto di partenza o per tornare indietro.

Il percorso inizia dalla stazione di Domodossola. Nel primo chilometro occorre seguire la viabilità ordinaria. Dalla Piazza della Stazione si prende a sinistra per Via Bonomelli e in fondo si gira a sinistra per Via Mizzoccola. Si supera un primo sottopasso ferroviario, poi un secondo e
alla rotonda si prosegue diritto seguendo le indicazioni per la Pista Ciclabile fino a raggiungere il Ponte della Mizzoccola sul Fiume Toce. Subito prima del ponte, sulla destra, inizia il percorso ciclabile che costeggia la sponda destra del fiume Toce. Dopo un paio di chilometri la pista ciclabile abbandona la sponda del fiume e attraversa boschetti e belle radure in regione Boschetto, poi in prossimità del Cippo che racconta le gesta eroiche di Geo Chavez, primo trasvolatore delle Alpi che col suo velivolo precipitò nella piana di Domodossola, si torna a costeggiare l’argine del Toce. Si supera il campo sportivo di Villadossola e si prosegue lungo una stradina ad uso promiscuo che costeggia una serie di orti fino ad un ponticello sul canale. Dopo il ponte riprende la pista ciclabile che costeggia interamente la Collina dello Sport, una montagnetta artificiale originata dal deposito, oggi completamente bonificato, di un sito industriale dismesso. I lavori di bonifica mediante impermeabilizzazione, riporto di uno strato di terreno e piantumazione, hanno permesso di recuperare un’area che si estende per quasi 150.000 mq, restituendo alla collettività un sito ideale per il tempo libero, per la pratica sportiva amatoriale e per l’allenamento agonistico di jogging, corsa campestre, nordic walking, mountain bike. L’area, dotata di parcheggio e servizi igienici, è completamente recintata e consente la pratica sportiva in sicurezza, senza i pericoli derivanti dal passaggio di mezzi motorizzati.
La pista ciclabile aggira la collina, incrocia la strada dello svincolo della superstrada e risale sul ponte che attraversa il T. Ovesca. Dal ponte una corsia ciclabile scende fino ad una rotonda, si prosegue diritti lungo Via Gisella Floreanini fino all’incrocio con Via Cardezza, si gira a sinistra ad attraversare un canale e, facendo attenzione alle possibili auto, si prosegue lungo una stretta stradina che conduce ad un primo sottopasso della superstrada. Facendo molta attenzione (la strada è in curva ed è difficile vedere eventuali auto che sopraggiungono) si può imboccare il sottopasso che riporta sulla pista ciclabile. Noi consigliamo di non imboccare questo primo sottopasso ma di proseguire a destra per ulteriori 700 m lungo Via Gorva, molto poco trafficata, fino al secondo sottopasso il cui imbocco offre maggiori condizioni di sicurezza. Dopo il sottopasso si incrocia la pista ciclabile, si gira a destra e si prosegue fino al campo sportivo di Pallanzeno. Da qui si costeggia lungo pista ciclabile la sponda sinistra del canale fino a prendere un ponticello. Dopo poche decine di metri la ciclabile termina e si torna sulla viabilità ordinaria. Si gira a sinistra lungo Via Lisca, si attraversano dei binari e si incrocia subito dopo la strada provinciale. Si attraversa facendo molta attenzione alle auto e si torna sulla pista ciclabile che costeggia il rilevato ferroviario, si oltrepassa il campo sportivo e in corrispondenza del cimitero di Piedimulera si gira sulla destra su Via Ferrari e alla rotonda si prende a sinistra per Via Aldo Moro, attraversando tutto il centro storico di Piedimulera sormontato da una bella torre, la Torre Ferrerio, che svetta alta e maestosa. Un’iscrizione all’ultimo piano segnala che i lavori di costruzione iniziarono il 10 aprile 1594 e finirono il 19 novembre 1597. Costruita assieme al palazzo adiacente, che costituiva la vera residenza dei Ferreri, la torre mantenne la sua funzione di vigilanza della valle fino alla metà del XVIII secolo quando, con l’avvento del governo Sabaudo nel 1768 subentrato a quello milanese nel 1733, la stessa fu adibita ad altri scopi al servizio delle popolazioni della Valle Anzasca, compreso quello di offrire un prestigioso soggiorno vista l’eleganza delle forme rinascimentali.

Dal centro storico si prosegue fino ad incrociare la strada statale per Macugnaga. Si percorre per qualche decina di metri la strada statale e subito si gira a sinistra ad attraversare il ponte sull’Anza entrando in territorio di Pieve Vergonte. Dopo il ponte si prende ancora a sinistra lungo il torrente aggirando un’area industriale fino ad un sottopasso ferroviario dove inizia una pista sterrata (dal fondo piuttosto grossolano) che costeggia la sponda destra del Torrente Anza attraversando prati aridi. La pista prosegue passando sotto alla superstrada dove il fondo stradale, seppure sterrato, migliora, fino ad incrociare una pista sulla sponda destra del Toce. Poco prima, sulla sinistra, si notano i resti dell’antica muratura del Borgaccio, il borgo originario di Pieve Vergonte. Costeggiando la pista lungo Toce in breve si raggiunge la passerella che attraversa il Fiume Toce. Al termine della discesa dopo la passerella si prosegue per Via Passerella e al secondo sottopasso ferroviario si gira a sinistra raggiungendo l’area del Campo Sportivo di Vogogna. Da qui si percorre un altro sottopasso lungo Via Passerella fino ad incrociare Via Nazionale che si attraversa e continuando su Via San Carlo e Via De Regibus si attraversa parte del centro storico di Vogogna fino alla piazzetta della Chiesa. Attraversato il torrente si prosegue lungo la bella Via Roma fino a raggiungere Palazzo Pretorio, il centro del borgo medievale di Vogogna.
Dal centro storico di Vogogna (Palazzo Pretorio) si scende lungo Via Lossetti Mandelli fino ad incrociare Via Nazionale. Si segue la fascia ciclabile che dopo poche decine di metri attraversa la strada per imboccare Via Porto di Megolo. Subito dopo il sottopasso ferroviario si continua su stradina di campagna sterrata che prosegue fino a oltrepassare un secondo sottopasso ferroviario raggiungendo un gruppetto di case in pietra. Qui si gira a sinistra e si continua per stradine di campagna (a tratti fangose) fino a quando la strada diventa pista ciclabile. La pista continua molto bella e rilassante tra prati fioriti, coltivazioni ed alberi maestosi fino a raggiungere e attraversare l’Oasi Naturale di Bosco Tenso. La pista termina appena prima di un sottopasso ferroviario. Da qui per proseguire si hanno due possibilità:

  1. In condizioni normali dal sottopasso si gira a destra costeggiando per breve tratto la ferrovia e poi si svolta a destra lungo la pista ciclabile per circa 1 km portandosi nella zona di confluenza tra il Fiume Toce e un torrente laterale (Rio Crotta). Qui la pista ciclabile termina e occorre scendere a guadare il rio, quasi sempre asciutto, per poi risalire dall’altra parte dove inizia di nuovo la pista ciclabile a fondo naturale che prosegue tra i campi verso Cuzzago. Tale soluzione è da evitare nel caso di impraticabilità del guado.
  2. In caso di piogge nei giorni precedenti o in caso di impraticabilità del guado si consiglia di imboccare il sottopasso ferroviario e portarsi sulla strada provinciale. Percorrerla per circa 900 m in direzione Cuzzago e subito dopo il ponte su Rio Crotta si imbocca il primo sottopasso a destra ritrovando subito dopo la pista ciclabile a fondo naturale che prosegue verso Cuzzago. Con questa soluzione si evita il guado.

La pista ciclabile prosegue tra campi di granturco. Spesso è molto sabbiosa e sono necessarie ruote che facciano una buona presa (consigliata la mountain bike). Arrivati al sottopasso che porta alla stazione ferroviaria di Cuzzago si gira a destra e dopo meno di 200 m ancora a destra sempre seguendo le indicazioni di percorso ciclopedonale promiscuo fino ad incrociare la strada provinciale che porta al vicino Ponte di Migiandone. Da qui non esistono strade alternative per cui bisogna necessariamente seguire, prestando molta attenzione, la strada provinciale. Il traffico per la verità non è mai molto sostenuto perché assorbito dalla vicina superstrada. Si attraversa quindi il ponte di Migiandone e si prosegue lungo la strada fino a superare l’abitato di Teglia dove inizia sulla destra un nuovo tratto di pista ciclabile asfaltata che raggiunge la Punta di Migiandone, con l’ampio piazzale contraddistinto da due imponenti cannoni che segnano l’inizio dei percorsi pedonali della “Linea Cadorna”. Dal piazzale, attrezzato con area picnic, servizi igienici e fontanella, si prosegue lungo la pista ciclabile che costeggia il viale alberato fino ad arrivare alle porte del paese di Ornavasso dove termina la pista ciclabile e si prosegue lungo la provinciale fino a superare il Ponte sul Rio San Carlo che segna l’inizio del centro storico di Ornavasso.
In alternativa dalla Punta di Migiandone si può seguire il largo sentiero che costeggia la base della montagna e arriva al Lago delle Rose. Da qui si prende la strada che riporta sulla provinciale che conduce in paese.

Dal ponte stradale sul Rio San Carlo all’imbocco del paese si svolta a sinistra costeggiando la sponda destra del Rio in direzione del campo sportivo. Da qui una bella passerella ciclopedonale attraversa il Fiume Toce offrendo scorci bellissimi sul fiume, la folta vegetazione ripariale e le ripide guglie dei Corni di Nibbio. Alla fine della passerella si gira a destra proseguendo su un bel tratto di pista ciclabile in sponda sinistra del Toce. L’ambiente è molto suggestivo: le sponde del fiume presentano una vegetazione lussureggiante e a tratti si aprono delle radure dove si coltivano i fiori tipici del Lago Maggiore. In estate numerosi conigli selvatici scappano al vostro passaggio.
Si supera il bivio per il campo sportivo di Mergozzo (si consiglia la visita al borgo di Mergozzo) e infine la pista ciclabile termina in prossimità dell’ex inceneritore. Da qui si gira a sinistra per immettersi nella strada provinciale proveniente da Mergozzo. Si gira subito a destra e facendo attenzione al traffico si segue la strada asfaltata per circa 500 m per poi girare a destra per imboccare un largo sentiero (bivio segnalato) che porta sotto al ponte della superstrada dove inizia la rete di percorsi ciclopedonali a fondo naturale (sterrato) della Riserva Naturale Speciale del Fondo Toce (www.parcoticinolagomaggiore.it), area di protezione a livello europeo. La pista ciclabile prosegue costeggiando la sponda sinistra del Fiume Toce fino portarsi nell’area dei campeggi di Fondotoce. La pista prosegue poi fiancheggiando il canneto (vale la pena di raggiungere l’osservatorio) e il canale che collega il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore, e infine raggiunge la rotonda di Fondotoce e la Casa della Resistenza. Da qui una pista ciclabile a lato strada porta fino alla stazione ferroviaria di Verbania Pallanza.

ASPETTI TECNICI
Il percorso è complessivamente facile e quasi pianeggiante. Alcune stradine agricole possono presentare qualche tratto fangoso se percorse dopo periodi di forti precipitazioni. Per famiglie con bambini piccoli segnaliamo come particolarmente adatto il tratto Domodossola – Collina dello Sport.

 

PUNTI DI ATTENZIONE
1. Tratto su viabilità ordinaria dalla stazione di Domodossola al Ponte della Mizzoccola
2. Pallanzeno attraversamento della strada provinciale
3. Piedimulera breve tratto di strada statale
4. Guado sul rio Crotta tra Premosello e Cuzzago
5. Tratto su viabilità ordinaria (strada provinciale) dal Ponte di Migiandone a Teglia (fraz. Di Migiandone)
6. Tratto su viabilità ordinaria (strada provinciale) prima di Ornavasso
7. Breve tratto di strada provinciale in zona dell’ex inceneritore a Mergozzo

 

DATI TECNICI
Area geografica di appartenenza: Verbano Cusio Ossola / Valle Ossola
Luogo di partenza: Domodossola Stazione
Luogo di arrivo: Fondotoce Stazione ferroviaria di Verbania Pallanza
Numero tappe: 1
Lunghezza: 47,0 km
Ascesa totale: 75 m indicativa
Discesa totale: 140 m indicativa
Difficoltà: MC Medio – Facile
Durata media: 4 ore 00 minuti
Quota minima: 194 m slm Fondotoce
Massima quota raggiunta: 270 m slm (Domodossola stazione)
Grado di ciclabilità: totale
Periodo consigliato: Aprile-ottobre. Fattibile comunque tutto l’anno
Presenza di segnaletica dedicata: sì
Target di pubblico: per famiglie / cicloturista / cicloescursionista

 

PUNTI PANORAMICI
Passerella ciclopedonale per Candoglia
Spiaggetta alla confluenza tra Fiume Toce e Lago Maggiore

 

PUNTI DI RISTORO
Domodossola, Boschetto, Villadossola, Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Vogogna, Premosello, Cuzzago, Migiandone, Lago delle Rose, Ornavasso, Mergozzo, Fondotoce

 

UFFICI DI INFORMAZIONE TURISTICA
DOMODOSSOLA – Piazza Matteotti c/o Stazione Ferroviaria – 28845 Domodossola (VB), Tel. +39 0324 248265, infopoint@visitossola.it
VOGOGNA – Presso Castello Visconteo – 28887 Omegna (VB) – +39 0324 87200 – turismo@comune.vogogna.vb.it
MERGOZZO – Corso Roma, 20 28802 Mergozzo (VB) Telefono: +39 0323 800935 Email: turismo@comune.mergozzo.vb.it
VERBANIA INTRA – Piazza Ranzoni, 40 – 28921 Verbania Intra (VB), Tel. +39 0323 503249/+39 0323 556669, turismo@comune.verbania.it
VERBANIA PALLANZA – Viale delle Magnolie, 1 – 28922 Verbania Pallanza (VB), Tel. +39 0323 557676, proloco@comune.verbania.it

 

BIKE SERVICE
BIKEMOTION, Vendita-Officina-Noleggio, Corso Colonnello Attilio Moneta, 57 – 28845 DOMODOSSOLA (VB) Tel. +39 349 2562899 info@bikemotionshop.com, www.bikemotionshop.com
CICLOMANIA BARALE, Vendita-Officina-Noleggio, Via Papa Giovanni XXIII, 64 – 28845 DOMODOSSOLA (VB), Tel. +39 0324 241203, Info@ciclomania.com, www.ciclomania.com
IL CICLOSTA DI CALVETTI FABIO & BRUSCO STEFANO, Vendita-Officina-Noleggio, Corso, Via Ferdinando Dissegna, 10 – 28845 DOMODOSSOLA (VB), Tel. +39 0324 227400, ilciclista.snc@tiscali.it, http://www.ilciclista.com
CICLI NICCIOLI, Vendita-Officina-Noleggio, Via Luigi Cadorna, 42 – 28845 Domodossola VB Tel. 0324 45533 / 366 304 9272 cicli.niccioli@libero.it
IL CICLOPE SAS di De Pani Cesare e C., Vendita-Officina-Noleggio, Via Sempione, 41 – 28844 VILLADOSSOLA (VB), Tel. +39 0324 53845, info@ciclopecicli.it
DADEBIKE, Vendita-Officina, Via Vittorio Veneto, 75 – 28877 Ornavasso (VB), Tel. +39 342 7271804, dadebike@gmail.com, www.facebook.com/dadebike
CICLOMANIA BARALE, Vendita-Officina-Noleggio, Corso Benedetto Cairoli, 63 – 28921 VERBANIA (VB), Tel. +39 0323519516, info@ciclomania.com, www.ciclomania.com
VER-BIKE, Vendita-Officina, Corso Europa, 64/F – 28922 VERBANIA PALLANZA (VB), Tel. +39 0323 501475, info@verbike.it, www.verbike.it
AUTOCARAVAN VAGAMONDO, Noleggio, Corso Europa, 64 – 28922 VERBANIA PALLANZA (VB), Tel. +39 0323 504419, info@vagamondo.com, www.vagamondo.com
CIPRIAN ENRICO, Vendita-Officina, Via Giuseppe Castelli, 7 – 28922 VERBANIA PALLANZA (VB), Tel. +39 0323 502401, cicli@ciprian.it, www.ciprian.it
EBIKE LAGO MAGGIORE (Dentro Space), Noleggio, Via 42 Martiri, 165 (area produttiva Stazione FS) – 28924 VERBANIA FONDOTOCE (VB), Tel. +39 351 9115572 / +39 339 6741662, info@ebikelagomaggiore.com, www.ebikelagomaggiore.it

 

COLONNINE DI RICARICA
DOMODOSSOLA presso Velo-stazione in Piazza della Stazione, dietro la fermata dei Bus

 

LUOGHI D’INTERESSE
Lungo il percorso
DOMODOSSOLA:
centro storico con la bella Piazza Mercato, i Musei civici di Palazzo Silva e Palazzo San Francesco, la Torretta Medievale, la Collegiata dei SS. Gervasio e Protasio Collina dello Sport a Villadossola: l’area, dotata di parcheggio e servizi igienici e aree picnic, è completamente recintata e consente la pratica sportiva in sicurezza, senza i pericoli derivanti dal passaggio di mezzi motorizzati.
PIEDIMULERA: Torre Ferrerio, Chiesa Parrocchiale dei Santi Giorgio e Antonio (sec. XVII), numerosi edifici risalenti al sei-settecento che testimoniano l’importanza che questo luogo ha assunto nei secoli quale centro di commerci tra le genti ossolane e quelle della Valle Anzasca. Palazzo Testoni con i suoi caratteristici affreschi sulla facciata esterna e sulle pareti e soffitti interni
VOGOGNA
: centro storico con numerosi edifici sei-settecenteschi, Castello Visconteo (metà del XIV secolo), Palazzo Pretorio, villa Biraghi Lossetti, costruita nel 1650, oggi ospita la sede del Parco Nazionale della Val Grande.
OASI DIDATTICA DEL BOSCO TENSO: fu istituita nel 1990 su territorio di proprietà comunale. L’area, gestita dal Comune, si estende per circa 22 ettari. Al suo interno si possono osservare numerose varietà di piante come Tigli, Frassini, Querce, Ornielli, Cornioli, Ontani bianchi, Pioppi neri, Salici, Olmi di montagna, Aceri, Ciliegi. Vi si possono incontrare volpi e caprioli, oltre a circa 40 specie di uccelli, tra cui Picchio Verde, Martin pescatore, Cuculo, Cormorano, Albanella reale e Ghiandaia. Nei pressi del Bosco Tenso è stata da poco attivata un’area attrezzata per l’organizzazione di feste campestri con cucina e ampi spazi coperti. La presenza di un maneggio privato nelle vicinanze consente poi ai visitatori di dedicarsi anche a rilassanti passeggiate a cavallo nella campagna premosellese.
LINEA CADORNA: di tratta di un sistema di fortificazioni militari che doveva difendere il confine nord dell’Italia a ridosso della Svizzera. Il nome deriva dall’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Luigi Cadorna di Pallanza che ne fu il promotore. In Val d’Ossola e nel Verbano essa copre un dislivello di 2.000 m tra la piana del Toce e il Monte Massone e fra il Lago Maggiore e il Monte Zeda. Il sistema di fortificazioni fu costruito lungo il confine italosvizzero tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, durante il primo conflitto mondiale, nel momento in cui si ebbe timore che, penetrando dai valichi alpini delle Alpi centrali svizzere, le truppe austro-tedesche potessero in breve tempo raggiungere ed occupare i centri nevralgici industriali ed economici del nostro paese. La “Linea Cadorna” non fu mai utilizzata e venne abbandonata. Oggi queste mulattiere militari permettono di camminare sulle montagne e le fortificazioni, da cui non ha mai sparato un solo cannone, offrono l’occasione di conoscere un momento tragico della storia del XX secolo.
PUNTA DI MIGIANDONE E FORTE DI BARA: Tra la linea difensiva di fondovalle e il forte di Bara, il costolone montuoso vede a nord linee di trincee sovrapposte e a sud la mulattiera di servizio protetta dalla montagna; numerosi tunnel nella roccia permettono il collegamento tra i manufatti. Le opere della Linea Cadorna potevano essere per fanteria oppure per artiglieria; queste ultime dovevano essere dotate di differenti pezzi quali cannoni, obici e mortai. Il tracciato delle mulattiere doveva adattarsi alle condizioni del terreno e la pendenza massima per lunghi tratti non doveva essere superiore al 12% per permetterne il percorso ai muli carichi di armi e munizioni. Trattandosi di strade tattiche (di importanza minore) le mulattiere venivano costruite senza un progetto preventivo: mentre una squadra definiva il tracciato, altre iniziavano i lavori.
BUNKER DI FONDOVALLE: tra la Punta di Migiandone, dove il costolone montuoso che scende dalla Cima Tre Croci si scioglie nella piana del Toce, e l’erta bastionata dei corni di Nibbio vi sono 700 m di pianura. È il punto più stretto della Val d’Ossola, da sempre passaggio obbligato per accedere ai valichi di confine con la Svizzera. Tra lo sperone di Bara e il corso del Toce vi era una linea continua di camminamenti sotto il piano campagna che portava a bunker di cemento armato per artiglieria (ancora visibili) adatti a sostenere l’urto di un attacco frontale. Davanti ad essi, in direzione nord, sarebbero stati realizzati i campi minati e poste le linee dei cavalli di frisia.
ORATORIO DI SAN BERNARDO: L’oratorio campestre di San Bernardo (XVII sec.) veniva raggiunto dalle Rogazioni, le processioni che si svolgevano stagionalmente nella campagna di Ornavasso per propiziare il buon andamento dei raccolti e che ebbero luogo fino al 1963. Qui, nel 1890 lo storico Enrico Bianchetti scoprì una necropoli dei Leponti (gli abitanti della Val d’Ossola nel I millennio a.C.) i cui reperti sono oggi esposti al museo archeologico “Bianchetti”, presso il Palazzo Comunale. Le tombe, prevalentemente a inumazione, rivelarono ricchi corredi caratterizzati da grandi spade di ferro, da fibule (fermagli a molla) in argento e bronzo, da vasi “a trottola” in terracotta, da parure di gioielli preziosi (anelli, braccialetti e pendagli), da servizi da vino provenienti dall’Etruria. I Leponti parlavano una lingua celtica molto antica e scrivevano utilizzando il cosiddetto “alfabeto di Lugano” (particolari lettere etrusche utilizzate a nord del Po).
ORNAVASSO, MUSEO ARCHEOLOGICO “ENRICO BIANCHETTI”: la collezione archeologica di proprietà del Museo del Paesaggio – nota a livello internazionale dalla fine dell’Ottocento – è collocata nella sede distaccata di Ornavasso, ed è visitabile tramite appuntamento. La visita alla Sezione Archeologica “Enrico Bianchetti” prevede l’utilizzo di una audioguida, attivabile in loco tramite QRcode. I visitatori avranno modo di essere accompagnati nella visita del museo dalle voci narranti degli antichi proprietari dei reperti esposti, che racconteranno le proprie storie e quelle degli oggetti conservati.
ORNAVASSO, MUSEO PARROCCHIALE DI ARTE SACRA: La raccolta ospita pregevoli opere d’arte sacra (sculture e dipinti) un tempo sparse nelle chiese del paese e databili tra il XIV ed il XVIII secolo.
ORNAVASSO, CASA MUSEO DEL PARTIGIANO “ALFREDO DI DIO”: nel Museo si conservano documenti, manoscritti, fotografie e reperti che testimoniano la vita della “Valtoce”, Divisione partigiana che diede un forte contributo alla liberazione ed alla difesa del territorio. Alfredo Di Dio con Dionigi Superti, comandante della “Valdossola”, firmò la resa di Domodossola da cui nacque la splendida esperienza dei quaranta giorni di libertà della Repubblica dell’Ossola.
IL BORGO DI MERGOZZO è un piccolo comune insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano (www.bandierearancioni.it). Il capoluogo si affaccia sulla sponda occidentale del lago omonimo con le case disposte ad anfiteatro (rione “Riva”). Altre case, abbarbicate sulle pendici granitiche del Montorfano, si stringono attorno a una costruzione di epoca comunale, il “Castello” e costituiscono il vecchio borgo denominato “Sasso”. Il borgo ed il lago sono circondati dai monti: da un lato il Montorfano ed i suoi ca. 800 metri di altitudine lo separano dalla Valle del Toce, dall’altro si innalzano i primi rilievi della Val Grande, che raggiungono i 1500 metri d’altezza, come le creste frastagliate dei Corni di Nibbio.
IL LAGO DI MERGOZZO anticamente faceva parte del Golfo Borromeo del Lago Maggiore. Le continue esondazioni e alluvioni del fiume Toce hanno contribuito a creare nei secoli un lembo di terra che ha portato alla separazione dei due bacini d’acqua e quindi alla formazione del Lago di Mergozzo. Questo piccolo lago è uno dei più puliti della penisola: grazie infatti alla mancanza di attività industriali, al divieto d’uso di barche a motore e a una rete fognaria efficiente le sue acque sono tra le più limpide d’Italia.
ECOMUSEO DEL GRANITO: Mergozzo è terra di pietra con il suo paesaggio che coniuga la trasparenza delle acque lacustri all’imponente presenza del Montorfano, cui è dedicato l’Ecomuseo del Granito, ed è terra millenaria, con le tracce archeologiche risalenti all’età della pietra e conservate nel Civico Museo Archeologico. L’Ecomuseo del Granito, riconosciuto dalla Regione Piemonte nel 2007, coinvolge l’intero territorio mergozzese e dei dintorni, comprendendo le aree estrattive del marmo rosa di Candoglia e dei graniti bianco di Montorfano, verde di Mergozzo e rosa di Baveno. Il territorio dell’Ecomuseo, inserito nel Sesia Val Grande UNESCO Geopark, è uno straordinario laboratorio a cielo aperto per osservare il mestiere dei cavatori di oggi, le tracce delle lavorazioni antiche nelle cave dismesse e gli innumerevoli impieghi delle pietre locali nell’architettura tradizionale, nei terrazzamenti, nei monumenti d’arte antichi e recenti.
RISERVA NATURALE DEL FONDO TOCE: istituita nel 1990, comprende l’ultimo tratto del fiume Toce e parte della sua piana alluvionale. Comprende anche una vasta zona a canneto nella zona costiera, zona umida relittuale che rappresenta un luogo ideale per la nidificazione e lo svernamento di molte specie di uccelli (oltre 130 specie censite). Per poter studiare meglio l’avifauna è stato realizzato anche il Centro Studi sulle Migrazioni, con una stazione di cattura e inanellamento. ll canneto funge anche da importante depuratore naturale per le acque del Lago Maggiore e risulta fondamentale per la riproduzione di molte specie di pesci. La gestione dell’area protetta è affidata all’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore.

 

NEI PARAGGI
VILLADOSSOLA: Chiesa romanica di San Bartolomeo (metà del sec. X). Il campanile è considerato il più bello della valle Ossola e tra i più significativi in tutto il nord Italia; è una torre quadrata di lato base m. 4,82, che va rastremandosi sensibilmente in altezza con i suoi sette piani, slanciato e con un raffinato e articolato gioco di pieni e vuoti.
PREMOSELLO CHIOVENDA, CHIESA PARROCCHIALE DI MARIA VERGINE ASSUNTA: risale alla fine del XVI secolo o ai primi decenni del secolo successivo. Al suo interno conserva pregevoli arredi lignei in stile barocco: i confessionali, il pulpito ed un armadio da sacrestia. Un frammento di affresco, databile ai primi anni del Cinquecento e rinvenuto sotto l’intonaco della navatalle di sinistra, è rimasto quale unica reliquia della più antica costruzione.
CUZZAGO: La frazione, comune autonomo fino al 1928, anno in cui per disposizione governativa venne annesso al Comune di Premosello, conta oggi 447 abitanti. È abbellita dalla presenza di antiche case patrizie dei secoli XVII-XIX, testimoni di antiche ricchezze; la chiesa parrocchiale, del XVII secolo, è dedicata a San Martino. Nella piazzetta del paese l’antica latteria turnaria, recentemente restaurata (Museo Ca’ Vegia), ospita una piccola collezione di oggetti legata alla antica filiera lattiero-casearia. E’ altresì sede di mostre temporanee ed eventi culturali.
GIARDINI DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI CUZZAGO: Una peculiarità della stazione di Cuzzago sono i suoi giardini all’italiana, voluti negli anni ’80 del Novecento dal capostazione Gabriele Carboni. Alle piante delle aiuole, di norma presenti anche nelle altre stazioni, Carboni volle aggiungere anche altre architetture caratteristiche come un modellino della Torre di Pisa, delle statue che richiamassero la favola di Biancaneve e i sette nani, un castello in miniatura e altre. Nel 1989 la stazione vinse il titolo di “stazione più bella d’Italia” nell’ambito di un concorso indetto tra i capistazione che curavano i rispettivi giardini. Carboni ne curò la conservazione fino al momento in cui la stazione rimase impresenziata. Quest’ultimo evento ha condizionato la manutenzione degli stessi che oggi giacciono in stato di abbandono.
CHIESA DELLA MADONNA DI SCOPELLO: un tempo usato come lazzaretto, durante la terribile pestilenza del 1600, poi per voto trasformata in Chiesa; sorge su un’altura naturale al di sopra della ferrovia Domodossola-Milano e della provinciale n°166 della Vald’Ossola alla fine dell’abitato di Cuzzago in direzione Premosello. L’epidemia di peste che colpì la zona era quella di cui parlava il Manzoni nei “Promessi Sposi” nello stesso periodo a Milano. In quel periodo sarebbe già stato presente l’esemplare di Tasso (Taxus Baccata) la cui età viene stimata attorno ai 500 anni di vita. La veridicità dell’età viene dimostrata dalle dimensioni insolite del Tasso (circa 3mt di circonferenza e 16 metri di altezza), difatti tali piante crescono lentamente nel tempo e confrontando tale esemplare con altri sul territorio italiano emergono altre interessanti informazioni sulla lunga durata della vita.
MIGIANDONE, SANTUARIO DELLA MADONNA DI OROPA: la Madonna Nera è venerata in tutta Europa, in particolare ad Oropa sui monti di Biella, a Einsiedeln sulle Alpi svizzere e a Chestochowa in Polonia. La “Nera Signora” di Einsiedeln (Notre Dame des Hermites) è venerata dalle genti walser, a Migiandone ed Ayas in Valle del Lys, che la considerano portatrice di pioggia in periodi di prolungata siccità. Il Santuario della Madonna di Oropa sulla montagna di Migiandone fu edificato nel 1820 per volontà di Gaspare Bessero, un cercatore d’oro che fece fortuna in Valle Anzasca. Nella miniera si era perso il ricco filone d’oro e, passando sotto i monti di Oropa nel biellese fece voto a quella Madonna di erigere un Santuario se lo avesse ritrovato. E così avvenne…
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BODEN (Boden = piano nella lingua walser di Ornavasso): è uno dei maggiori centri di culto mariano nel Verbano Cusio Ossola ed è da cinque secoli meta di partecipati pellegrinaggi. Il Santuario ricorda l’apparizione della Madonna alla pastorella Maria Della Torre il 7 settembre 1528. Fu edificato a partire dal 1530, ampliando una cappelletta preesistente, e assunse l’aspetto attuale negli anni ’30 del Novecento. L’iconografia della Vergine del Boden è quella di una Madonna “della seggiola”: la Madre, con la testa coronata, è seduta in trono, il Bambino è benedicente con la mano sinistra, mentre con la destra regge il globo crociato, che simboleggia il regno di Gesù in cielo e in terra. Il Santuario conserva un’importante raccolta di tavolette ex-voto che permettono di leggere secoli di devozione popolare. La posizione su cui il Santuario è stato costruito, rende questo luogo particolarmente amato dai ciclisti. Dal 2009 la B.V. del Boden è stata individuata come patrona di chi pratica questo sport e dal 2011 ha stretto un gemellaggio con il Santuario del Ghisallo.
ORNAVASSO, ANTICA CAVA DI MARMO: Il marmo di Ornavasso, già utilizzato in età antica, acquistò importanza dalla fine del XIV secolo per la costruzione del Duomo di Milano e di altri monumenti lombardi. La cava “del Casino” fu attiva nella prima metà del Novecento (52 operai nel 1939); una galleria lunga 192 m permette l’accesso ad una grande sala finale alta 16 m nella quale è messo a vivo il filone di marmo rosa che costituisce la continuazione di quello di Candoglia, sul versante opposto della valle del Toce. La cava è visitabile e destinata ad uso didattico ed eventi.
ORNAVASSO, CHIESA E TORRE DELLA GUARDIA: la chiesa è posta al di sopra dell’abitato di Ornavasso, a circa 200 metri dalla Chiesa parrocchiale di S. Nicolao, lungo la strada che conduce al Santuario del Boden. Il Santuario “Della Guardia” prende il nome dal promontorio omonimo su cui sorge, così chiamato ancora oggi a causa della presenza di un’antica torre di segnalazione risalente ai primi anni del XIV° secolo, che faceva parte di un sistema difensivo di avvistamento composto da torri comunicanti visivamente fra loro.
CHIESA ROMANICA DI SAN GIOVANNI A MONTORFANO: rappresenta una della chiese romaniche più interessanti e meglio conservate dell’intera Val d’Ossola.

NORME DI COMPORTAMENTO
1. Resta sui sentieri: rispetta il sentiero ed eventuali divieti di accesso. Rispetta la proprietà privata.
2. Non lasciare tracce: rispetta il territorio. I sentieri bagnati e fangosi sono più vulnerabili di quelli asciutti. Resta sui sentieri esistenti e non crearne di nuovi. Non prendere scorciatoie tagliando le curve. Porta via con te gli eventuali rifiuti.
3. Guida con prudenza: un attimo di distrazione può mettere in pericolo sia te stesso che gli altri. Rispetta i limiti di velocità e guida in modo da avere sempre il controllo della bicicletta. Indossa sempre il casco.
4. Non spaventare gli animali: gli animali si spaventano facilmente per un approccio brusco, un movimento improvviso o un forte rumore. Lascia loro sufficiente spazio e tempo per adattarsi alla tua presenza.
5. Dai la precedenza correttamente: questi sentieri non sono ad uso esclusivo delle biciclette ma sono condivisi anche da escursionisti a piedi. Quindi, soprattutto in discesa, va moderata la velocità: dietro ad una curva potrebbe esserci qualcuno che sale. Fai in modo che gli altri fruitori dei sentieri sappiano che li stai per sorpassare grazie ad un saluto amichevole o all’utilizzo del campanello. I ciclisti devono dare la precedenza a tutti gli utenti non motorizzati dei sentieri. I ciclisti che procedono in discesa devono dare precedenza a quelli che stanno salendo. Fate in modo che ogni sorpasso avvenga nella maniera più sicura e gentile possibile.

 

RICORDA:
I ciclisti devono sempre dare la precedenza agli altri utenti

 

NORME DI COMPORTAMENTO PER BIKER
Fin dalla comparsa delle prime mountainbike, la N.O.R.B.A. (National Off Road Bicycle Association) stilò un codice di comportamento teso a regolamentare l’attività off-road nel pieno rispetto della natura e degli altri frequentatori delle montagne e dei sentieri. Il Codice N.O.R.B.A. è stato adottato da tanti club, enti, associazioni e scuole presenti sul territorio italiano. Si tratta di una serie di consigli di ordine generale che, se seguiti con attenzione, possono contribuire a rendere più piacevole a tutti questa pratica sportiva ed escursionistica tanto in voga oggi.

 

CODICE N.O.R.B.A.
1. Dare sempre la precedenza agli escursionisti a piedi.
2. Rallentare e usare la massima cautela nell’avvicinare e nel sorpassare escursionisti a piedi o altri ciclo escursionisti, facendo sempre in modo di segnalare il proprio arrivo con debito anticipo; evitare schiamazzi o urla, anzi scusarsi e salutare in modo garbato.
3. Tenere sempre sotto controllo la velocità della mountainbike e affrontare le curve con estrema cautela, prevedendo ostacoli improvvisi. L’andatura deve essere commisurata al tipo di terreno, al tipo di percorso e all’esperienza di ciascuno.
4. Rimanere sempre all’interno del percorso tracciato, riducendo così al minimo l’impatto ambientale (danni permanenti alla vegetazione circostante e conseguente erosione del terreno).
5. Non disturbare o spaventare gli animali, siano essi domestici o selvatici; dare loro il tempo di allontanarsi e di spostarsi dal percorso.
6. Non lasciare per alcun motivo rifiuti a seguito del proprio passaggio; è opportuno raccogliere i propri e, quando possibile, anche quelli abbandonati da altri escursionisti “distratti”.
7. Rispettare sempre le proprietà private e quelle pubbliche, lasciando cancelli, barriere mobili o sbarre così come vengono trovati. In ogni caso, se possibile, rivolgersi direttamente ai proprietari dei fondi per chiedere il permesso di transito. “Vietato l’ingresso” spesso significa solo “Per favore, se volete passare chiedete il permesso”.
8. Durante la cicloescursione è sempre opportuno essere autosufficienti. La meta da raggiungere e la velocità con cui ci si sposta devono essere proporzionate alla preparazione psicofisica e all’abilità del guidatore, all’equipaggiamento, all’ambiente, al terreno e, soprattutto, alle condizioni meteorologiche.
9. Non intraprendere mai da soli una cicloescursione, salvo cause di forza maggiore. Non transitare in zone isolate e distanti dalle principali vie di comunicazione e lasciare sempre chiare indicazioni riguardo il percorso da effettuare e l’ora prevista per il rientro.
10. Ridurre al minimo l’impatto con la natura: rubare solo immagini e ricordi, e lasciare, al massimo, l’impronta appena percettibile delle ruote del proprio mezzo.

TESTI e FOTO di Alessandro Pirocchi




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Anello alla scoperta della “Linea Cadorna”, fortificazioni della Prima Guerra Mondiale

MERGOZZO E IL MONTORFANO

Lago di Mergozzo
Difficile
Distanza 15 km
Durata Da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +600
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Percorso ad anello alla scoperta della “Linea Cadorna” il sistema di fortificazioni militari costruito lungo il confine italo-svizzero durante il primo conflitto mondiale.

La linea difensiva doveva difendere lo sbocco della Val d’Ossola nel suo punto più stretto, davanti alla Punta di Migiandone. Sul Mont’Orfano vi era il Posto di Comando. Qui era prevista la costruzione di un forte con copertura in calcestruzzo dotato di cupole metalliche girevoli ma i lavori non furono mai completati. La strada camionabile di accesso, recentemente recuperata, rappresenta oggi un percorso ideale per un’escursione in MTB.

Il percorso inizia dal campo sportivo di Mergozzo.
Seguendo le indicazioni del percorso “In Bici tra i fiori” si raggiunge lungo pista ciclabile Prato Michelaccio.
Dopo un brevissimo tratto su strada asfaltata inizia la strada militare sterrata per il Montorfano che sale con pendenza moderata e ampi tornanti. Si supera il bivio per Mergozzo e in breve si raggiunge la zona della “Polveriera” un manufatto in pietra e calcestruzzo costruito per conservare l’esplosivo al riparo dall’umidità. Il panorama sul Lago Maggiore e la piana di Gravellona è magnifico. Da qui il percorso verso la cima del Montorfano si fa impegnativo lungo la mulattiera militare che sale a stretti tornanti. Per la discesa si ritorna dalla stessa parte fino alla zona della polveriera, si prosegue sulla strada militare fatta in salita fino al bivio per Mergozzo (Sentiero A58, prima della caserma). Il primo tratto è un tratturo dal fondo molto sconnesso poi, superata una cava (di granito verde) si devia a destra e si prosegue su sentiero che prosegue ripido nel bosco fino a Mergozzo con tratti piuttosto impegnativi, causa la pendenza e i numerosi ostacoli.

AUTORE Alessandro Pirocchi




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Da Pella a Suna di Verbania

DAL LAGO D’ORTA AL LAGO MAGGIORE PASSANDO PER IL LAGO DI MERGOZZO

Lago d’Orta
Difficile
Distanza 36 km
Durata Oltre 10 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +266
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

L’itinerario si svolge lungo la sponda occidentale del Lago d’Orta da Pella fino a Omegna, per poi proseguire lungo la parte inferiore della valle dello Strona, mantenendosi a mezza costa, lontano dagli insediamenti industriali del fondovalle e attraversando le varie frazioni che costituiscono il comune di Casale Corte Cerro. Si giunge quindi all’abitato di Gravellona Toce, dove si svolta verso l’Ossola in direzione di Ornavasso, e con una breve deviazione si può raggiungere il Santuario della Madonna del Boden. Da Ornavasso si attraversa il fiume Toce e ci si dirige verso il Lago Maggiore, giungendo a Mergozzo. Si prosegue sulle alture che dominano il Lago di Mergozzo fino al borgo di Cavandone, per poi ridiscendere a Suna e giungere alle sponde del Golfo Borromeo.

Dal lungolago di Pella, Piazza Motta, ci si dirige verso il cimitero su strada asfaltata, con ampi panorami sul Lago d’Orta e sul Mottarone. Giunti a Ronco Inferiore, dove, su un’antica mulattiera, si risale all’abitato di Ronco Superiore, da dove si prosegue in direzione nord, all’interno di fitti boschi con un percorso che si mantiene in quota. Si giunge quindi ad Oira, piccolo borgo sul lago, conosciuto per la sua cava di serpentino, utilizzato in diversi manufatti di notevole pregio artistico. L’itinerario prosegue in leggera salita sempre all’interno del bosco in direzione di Brolo, da dove poi si ridiscende alla frazione Bagnella di Omegna, costeggiando quindi il lungolago fino al centro del capoluogo in corrispondenza delle chiuse del lago.

Dal Municipio di Omegna, si attraversa il centro storico, quindi il ponte sullo Strona e si prosegue attraverso la zona industriale di Crusinallo sempre in direzione nord, per poi abbandonare il fondovalle e risalire verso le frazioni di Cranna, Gattugno, Montebuglio e Tanchello per giungere al nucleo principale di Casale Corte Cerro. L’itinerario prosegue ancora su asfalto verso le località Crebbia e Ricciano, per poi discendere su sentiero a Gravellona Toce, in località Pedemonte.

Si costeggia la base del versante, attraversando la zona residenziale e uscendo dall’abitato lungo la strada che conduce a Case Camponi, per poi proseguire su strada sterrata e sentiero, sempre sul fondovalle, fino al cimitero di Ornavasso. Da qui, lungo la Via Alfredo di Dio si raggiunge il centro e la stazione ferroviaria. Si prosegue ancora verso l’Ossola. Giunti al ponte sul Rio S. Carlo, è possibile effettuare una deviazione a sinistra, salendo al santuario della Madonna del Boden, lungo l’antica Via Crucis del Boden. Oppure si può svoltare a destra in direzione del Fiume Toce, che si attraversa su una passerella ciclopedonale, per giungere a Candoglia, località famosa per il Marmo Rosa e le sue cave sfruttate per la costruzione del Duomo di Milano.

Si cambia ora nettamente direzione, volgendo verso il Lago Maggiore, percorrendo la pista ciclabile Mergozzo-Candoglia, per giungere in breve al borgo medioevale e al Lago di Mergozzo e da dove si prosegue per il Sentiero Azzurro, che con comoda e facile mulattiera conduce alla frazione Montorfano, dove sorge la chiesa di San Giovanni Battista.

Quindi si ridiscende nel fondovalle lungo la strada comunale per proseguire in direzione della Riserva Naturale di Fondotoce, costeggiando il fiume fino alla sua foce per poi svoltare in direzione del canneto e dell’abitato di Fondotoce. Si attraversa quindi la strada statale e si sale su sentiero in direzione di Cavandone, altro caratteristico borgo dominante il Golfo Borromeo, per giungere alla Chiesa della Natività di Maria Vergine, con accanto il tasso secolare. Una breve salita conduce al caratteristico abitato con le sue architetture in pietra.

L’itinerario quindi discende su mulattiera verso Suna, perdendo gradatamente quota fino a giungere alla sponda del Lago Maggiore.

PUNTI DI INTERESSE

Pella

Chiesa di San Filiberto

Chiesa parrocchiale di Sant’Albino

Chiesa di San Defendente

Oratorio della Natività di Maria Santissima

Nonio

Oratorio della Madonna della Neve

Cava di Serpentino di Oira

Chiesa di San Silvestro

Brolo

Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio

Omegna

Chiesa di San Bernardino da Siena

Chiesa Parrocchiale di Sant’Ambrogio

Battistero di San Giovanni Battista

Porta Romana o Porta della Valle

Chiesa Parrocchiale di San Gaudenzio

Casale Corte Cerro

Chiesa Parrocchiale di San Tommaso

Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire

Oratorio di San Giovanni

Oratorio della SS Trinità

Ornavasso

Santuario della Madonna del Boden

Santuario della Guardia

Rotonda del Crocifisso

Torre medioevale

Linea Cadorna

Antica Cava

Museo Parrocchiale di Arte Sacra

Casa Museo del partigiano “A. Di Dio”

Mergozzo

Chiesa di San Graziano

Chiesa di Santa Maria di Prato Scopello

Chiesa Parrocchiale della Beata vergine Assunta

Chiesa di Santa Marta

Museo Archeologico

Chiesa di San Giovanni Battista in Montorfano

Verbania

Riserva Naturale di Fondotoce

Chiesa della Natività di Maria Vergine

Tasso secolare

NOTE TECNICHE

TAPPE: consigliata la percorrenza in 3 tappe, da Pella a Omegna (km 12), da Omegna a Mergozzo (km 16), da Mergozzo a Suna (km 8)

DISLIVELLO: quota minima dell’itinerario 204 m s.l.m., quota massima 470 m s.l.m. CLICCA QUI per il grafico altimetrico.

DURATA: da 3 a 6 ore per ciascuna tappa

TIPO DI PERCORSO: Escursionismo – PREVALENZA STERRATO

PER APPROFONDIMENTI
www.lagodorta.net
www.ecomuseogranitomontorfano.it




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Passeggiata piacevolissima fino alla pregevole chiesa romanica di Montorfano con un panorama unico sul Lago Maggiore

DA MERGOZZO AL MONTORFANO

Lago di Mergozzo
Facile
Distanza 3 km
Durata Fino a 1 ora
Elevation N.P.
Dislivello + +150
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Passeggiata piacevolissima che dai vicoli medievali di Mergozzo porta al suo magnifico lago, per poi proseguire su una antica mulattiera fino alla pregevole chiesa romanica di Montorfano con un panorama unico sul Lago Maggiore.

località di partenza: Mergozzo lungolago (200 m)
località di arrivo: Montorfano (335 m)
dislivello: 150 m circa solo andata
distanza: 3 km solo andata
tempo di percorrenza al netto delle soste: 1 ora solo andata
tipologia di percorso: misto (asfalto, selciata)
segnaletica: cartelli “Sentiero Azzurro”
acqua: fontane in Mergozzo e in Montorfano
periodo consigliato: tutto l’anno
come arrivare: dista 10 km da Gravellona Toce e 10 km da Verbania. In entrambi i casi direzione “Fondotoce”, quindi “Mergozzo”. Parcheggi lungo la SP54. In autobus: fermata Mergozzo della linea 5 Verbania-Domodossola (www.vcotrasporti.it). In treno: stazione ferroviaria di Mergozzo lungo la linea per Domodossola.
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Ufficio IAT – corso Roma 20, Mergozzo – tel. +39 (0)323.800935; Comune di Mergozzo – www.comune.mergozzo.vb.it

L’itinerario

Prima di avviarsi lungo la passeggiata che parte dal Lungolago si consiglia di percorrere alcuni dei vicoli interni di Mergozzo che dipartono dalla chiesa dell’Assunta del XVII secolo, caratterizzata da un grande impianto quasi incastrato tra gli stretti vicoli, con una solenne scalinata che anticipa il portico ed affiancata da un porticato che ripara una Via Crucis del XIX secolo. Poco distante si trova la bella chiesa di Santa Marta, in un puro romanico del XII secolo (fontana), a due passi dall’area del Lungolago.

Il lungolago offre panchine e ampi spazi pedonali, oltre ad un olmo che sembra avere ben cinque secoli di vita! Ponendosi di fronte all’acqua si va verso destra fino ad imboccare Via Borzoni (cartello marrone “Sentiero Azzurro”) e poi subito a sinistra. Quindi si imbocca la scalinata selciata in salita. In cima alla scalinata si prende a sinistra per via Maffioli arrivando all’Oratorio di Santa Elisabetta del 1623 (fontana). Dietro l’oratorio si prende per un momento a sinistra per via Nostrani per poi imboccare subito dopo via Montorfano a destra, in salita lungo larghi e profondi gradini (cartelli “Sentiero Azzurro”). Si passa quindi su asfalto procedendo in salita in mezzo alle villette per diventare sterrata con un dedalo di segni (cartelli, segni bianco/rossi, bolli blu, frecce gialle). Quando il tracciato diventa finalmente una vera selciata non si hanno più dubbi e si procede in ombra affiancati da muretti a secco. Dopo una salita si raccorda su una selciata un po’ più ampia e si prosegue a sinistra (cartelli) e subito dopo di nuovo a sinistra in leggera discesa che porta all’affaccio sul lago di Mergozzo, con panchine e fontane.

Il sentiero percorre il versante nord del monte Montorfano, alto appena 794 metri ma che ha la peculiarità di essere un unico blocco di granito bianco, cosa che spiega la presenza di diverse cave poiché da secoli esso viene estratto. Granito bianco di Montorfano è stato usato anche per le colonne di San Paolo Fuori le Mura, a Roma.

Il percorso si snoda piacevole con andamento graduale, quasi sempre a vista sulle acque del lago. Con una salita più netta si arriva ad una strada asfaltata.

Se si intende tornare con il treno e non a piedi si deve andare a destra, in discesa, arrivando alla stazione ferroviaria Verbania-Pallanza.

Si prende la strada asfaltata a sinistra, in salita, passando davanti al piccolo cimitero e arrivando ad un parcheggio. Si segue la sterrata a destra che porta ai prati che anticipano la bellissima chiesa romanica di San Giovanni di Montorfano (fontana e tavolini) che sorge isolata in tutta la sua purezza architettonica.

Risalente ai secoli XI-XII, sorge sui resti di un edificio religioso del IX secolo, ma recenti scavi han portato alla luce resti di una chiesa ben più antica dei secoli V-VI. La si trova aperta in orario di Messa.

Dopo la visita della suggestiva chiesetta si sale in mezzo alle abitazioni del paese fino a confluire in un passaggio delimitato da pietre deviando verso la pista erbosa sulla sinistra che sale fino al belvedere sul Lago Maggiore.
Il ritorno avviene sulla medesima via dell’andata.

Per saperne di più:

Lago o golfo?
Il Lago di Mergozzo era già abitato nell’antichità e i reperti ritrovati risalgono fino al 6000 a.C. Ma all’epoca era un golfo facente parte del Lago Maggiore. Solo nel XV secolo è diventato un lago a sé stante e la “colpa” sarebbe del fiume Toce che, poco alla volta, avrebbe portato così tanti detriti da creare lo sbarramento che oggi divide i due laghi.
Museo Archeologico e Ecomuseo del Granito
Situato in via Roma 8, a Mergozzo, presenta una raccolta di reperti offrendo in due piani una carrellata della storia locale che spazia dalla preistoria all’epoca romana. In una delle sale viene invece descritta la storia del granito e dei metodi di lavorazione (www.ecomuseogranitomontorfano.it). Poco distante, nella frazione Candoglia, la cava di marmo utilizzato per la costruzione e la manutenzione del Duomo di Milano.

consigli per i baby escursionisti

Passeggiata molto semplice ma per la caratteristica del fondo non accessibile ai passeggini.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino, Annalisa Porporato




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