Dalla Cascata del Toce al Passo San Giacomo

VIE STORICHE DI MONTAGNA

Valle Formazza
Escursionistico
Distanza 10 km
Durata 3 – 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +625 m
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Costruita a partire dal 1929 per la realizzazione delle dighe del Lago Castel e del Lago Toggia in Alta Val Formazza, nell’estremo nord del Piemonte, la strada unisce la famosa Cascata del Toce al Passo San Giacomo, passando per la frazione Riale e collegando così l’Italia alla Svizzera ticinese.
Il primo tratto di percorso, che parte dalla Cascata del Toce (1685 m slm) ed arriva alla frazione Riale di sotto, si svolge su asfalto lungo la Strada Statale 659.
Poco prima di raggiungere la frazione Riale (1740 m slm), la strada si dirama e qui inizia la sterrata che conduce al Rifugio Maria Luisa (2160 m slm), prosegue al Lago Toggia ed arriva al Passo San Giacomo (2313 m slm). E’ proprio in questo tratto che il percorso diventa un vero capolavoro con pendenze ridotte e tornanti dalle linee perfette, affiancate da muretti in sasso ed archi da cui si possono scattare foto uniche sulla piana di Riale e sulle cime dell’Alta Formazza.
Terminato questo primo tratto di salita la strada prosegue in falsopiano, attraversando la conca dell’Alpe Toggia, giungendo al Rifugio Maria Luisa e costeggiando la diga del Lago Toggia. Proseguendo in leggera salita, la strada conduce sino al Passo San Giacomo da cui si apre una bellissima vista sulla Val Bedretto (Svizzera). Già nel 1885 presso il Passo San Giacomo era presente un piccolo ricovero svizzero dove alloggiavano dei telegrafisti che trasmettevano al Forte di Airolo (Svizzera) la situazione dell’Alta Val Formazza. A seguito della costruzione della strada carrozzabile per il versante italiano del Passo San Giacomo, sul territorio della Val Bedretto furono realizzate negli anni ’30 del Novecento nuove fortificazioni che divennero il cuore del sistema difensivo dell’omonimo passo: il forte d’artiglieria “Grandinagia” e il fortino corazzato “San Giacomo”. Postazioni per mitragliatrici e per campali d’artiglieria, ricoveri e funivie per la logistica e l’approvvigionamento dei forti principali.

Oggi la strada è percorribile a piedi ed in MTB mentre in inverno con ciaspole e sci d’alpinismo (consultare sempre il bollettino valanghe).

EVENTUALI RISCHI: Si segnala che l’itinerario può prevedere dei tratti in compresenza di traffico veicolare. In inverno consultare sempre il bollettino valanghe.

PUNTI D’INTERESSE

Simbolo della Val Formazza è la Cascata del Toce che grazie al suo salto di ben 143 metri viene definita “la più bella e poderosa fra le cascate delle Alpi”.

Interessante è la visita al borgo diffuso di Formazza con le sue frazioni dal caratteristico nome in Titsch (idioma walser locale) ove respirare atmosfere walser.

Dalla Cascata del Toce e da Riale partono inoltre numerosi percorsi per appassionati di trekking e mtb.

Attrazione naturale e turistica è Premia Terme, moderno centro termale dotato di piscine interne/esterne con acqua calda ed area wellness (www.premiaterme.com).

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Da Piancavallo alle gallerie del Monte Morissolo

VIE STORICHE DI MONTAGNA: LA LINEA CADORNA

Alto Verbano
Facile
Distanza 2,2 km
Durata 1 – 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +20
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Linea Cadorna è il sistema difensivo che venne costruito vicino alla frontiera svizzera durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Luigi Cadorna, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale temeva un’invasione austro-tedesca, attraverso la neutrale Svizzera.
L’immensa struttura difensiva, costruita tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, si estendeva dall’Ossola al Verbano fino alla Lombardia, divenendo un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, casermette e punti di avvistamento.
I lavori furono eseguiti da muratori e scalpellini locali ed anche le donne ebbero un ruolo fondamentale nella realizzazione della linea difensiva, in particolare nel trasporto di materiale e rifornimento nei cantieri.
La Linea Cadorna non venne mai utilizzata per scopi bellici ed oggigiorno questa strada militare è un patrimonio storico che permette alla comunità di conoscere un momento di storia del Novecento.
E’ però anche un patrimonio naturalistico di sentieri per gli amanti di trekking e della mountain-bike offrendo percorsi percorribili quasi tutto l’anno.
Prestare attenzione in caso di recenti nevicate.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il tratto della Linea Cadorna tra Piancavallo e Morissolo inizia a Piancavallo (1247 m slm) nell’Alto Verbano, seguendo la strada per Colle. Passato l’Ospedale Auxologico, si prende la sterrata a destra seguendo i cartelli per le gallerie del Monte Morissolo. Si passa una sbarra e da qui inizia il percorso pianeggiante sull’ampia strada militare che attraversa una suggestiva faggeta. Uscendo dal bosco, si rimane colpiti dalla vista mozzafiato sull’Alto Lago Maggiore. In poco meno di mezz’ora a piedi si giunge alle gallerie scavate nella roccia viva e alle postazioni in caverna del Monte Morissolo.

Percorso FOR ALL accessibile a persone che utilizzano sedia a rotelle a motore adatta per percorsi sconnessi oppure manuali ma equipaggiate. Si consiglia utilizzo di ruotino con accompagnatore.

PUNTI D’INTERESSE
Vista panoramica sull’Alto Lago Maggiore.
Gallerie e postazioni in caverna.
Da qui partono altri percorsi escursionistici verso Cima di Morissolo e Monte Morissolino.
A pochi km di distanza, è possibile raggiungere la Lago Maggiore ZipLine, il cavo d’acciaio lungo 1850 metri che permette di provare l’esperienza di un volo adrenalinico di ben un minuto e mezzo ad oltre 120 km/h (www.lagomaggiorezipline.it – possibilità di noleggio e-bike presso Alpe Segletta – Aurano).
Inoltre, divertimento assicurato presso il Parco Avventura Wonderwood e vista mozzafiato dalla Big Bench del Lago presso il Monte Carza (Trarego Viggiona) www.wonderwood.it .

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Da Colle a Pian Vada’

VIE STORICHE DI MONTAGNA: LA LINEA CADORNA

Alto Verbano
Medio
Distanza 15 km
Durata Da 3 a 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +740
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Linea Cadorna è il sistema difensivo che venne costruito vicino alla frontiera svizzera durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Luigi Cadorna, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale temeva un’invasione austro-tedesca, attraverso la neutrale Svizzera.
L’immensa struttura difensiva, costruita tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, si estendeva dall’Ossola al Verbano fino alla Lombardia, divenendo un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, casermette e punti di avvistamento.
I lavori furono eseguiti da muratori e scalpellini locali ed anche le donne ebbero un ruolo fondamentale nella realizzazione della linea difensiva, in particolare nel trasporto di materiale e rifornimento nei cantieri.
La Linea Cadorna non venne mai utilizzata per scopi bellici ed oggigiorno questa strada militare è un patrimonio storico che permette alla comunità di conoscere un momento di storia del Novecento.
E’ però anche un patrimonio naturalistico di sentieri per gli amanti di trekking e della mountain-bike offrendo percorsi percorribili quasi tutto l’anno.
Prestare attenzione in caso di recenti nevicate.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Il tratto della Linea Cadorna tra Colle – Monte Spalavera – Passo Folungo – Rifugio Pian Vada’ inizia a Colle (1238 m slm) frazione di Oggebbio.
Qui un comodo posteggio consente di lasciare l’automobile ed iniziare la prima salita verso il Monte Spalavera (1534 m slm, dislivello di circa 300 m e percorso lungo 2,7 km). Il percorso si sviluppa su larga sterrata che poi si trasforma in comodo sentiero erboso senza particolari difficoltà. La vista che si ha innanzi è davvero spettacolare, dai laghi alle cime del Parco Nazionale della Val Grande fino alla catena del Monte Rosa e delle Alpi Svizzere. Giunti nei pressi della croce di vetta un pannello riprende il profilo delle Alpi con i nomi delle loro cime e qui è possibile ammirare trincee ancora ben conservate.
Ritornati a Colle si prende la Linea Cadorna seguendo ora i cartelli per Passo Folungo. La Strada Cadorna si presenta con sfondo sterrato e si sviluppa per circa 13 km. Lungo il percorso si può ammirare la costruzione di un Ospedaletto e si giunge fino a Passo Folungo (1369 m slm), dove la Strada Cadorna inizia a salire con bei tornarti fino al Rifugio Pian Vada’ (1711 m slm, circa 6 km – dislivello di circa 340 m).
Da qui si ha una vista stupenda sul Lago Maggiore, sulla Valle Intrasca, sulle vette del Parco Nazionale Val Grande e su quelle ossolane.

EVENTUALI RISCHI: La strada in alcuni punti è priva di protezioni.

PUNTI D’INTERESSE
Vista panoramica sull’alto Lago Maggiore e sulle Cime del Parco Nazionale Val Grande e sulle Cime delle Valli dell’Ossola.
Trincee e costruzioni militari.
Possibilità di visita anche alle fortificazioni presso Monte Bavarione (1505 m slm) e al Monte Carza (1116 m slm)
Lungo la Strada Cadorna, tra Colle e Passo Folungo, si passa da Pian d’Arla, punto di partenza della Lago Maggiore ZipLine, il cavo d’acciaio lungo 1850 metri che permette di provare l’esperienza di un volo adrenalinico di ben un minuto e mezzo ad oltre 120 km/h (www.lagomaggiorezipline.it – possibilità di noleggio e-bike presso Alpe Segletta – Aurano).
A pochi km di distanza, al Monte Carza è possibile raggiungere con facile sentiero la Big Bench del Lago con vista mozzafiato sull’Alto Verbano ed il Parco Avventura Wonderwood (Trarego Viggiona) www.wonderwood.it .

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Da Pra’ Michelaccio alla Cima Montorfano

VIE STORICHE DI MONTAGNA: LA LINEA CADORNA

Lago di Mergozzo
Medio
Distanza 6 km
Durata Da 3 a 63 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +590
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Linea Cadorna è il sistema difensivo che venne costruito vicino alla frontiera svizzera durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Luigi Cadorna, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale temeva un’invasione austro-tedesca, attraverso la neutrale Svizzera.
L’immensa struttura difensiva, costruita tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, si estendeva dall’Ossola al Verbano fino alla Lombardia, divenendo un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, casermette e punti di avvistamento.
I lavori furono eseguiti da muratori e scalpellini locali ed anche le donne ebbero un ruolo fondamentale nella realizzazione della linea difensiva, in particolare nel trasporto di materiale e rifornimento nei cantieri.
La Linea Cadorna non venne mai utilizzata per scopi bellici ed oggigiorno questa strada militare è un patrimonio storico che permette alla comunità di conoscere un momento di storia del Novecento.
E’ però anche un patrimonio naturalistico di sentieri per gli amanti di trekking e della mountain-bike offrendo percorsi percorribili quasi tutto l’anno (prestare attenzione in caso di recenti nevicate).

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il Mont’Orfano o Montorfano, grazie alla sua posizione isolata, venne considerato un importante luogo strategico da cui dominare a 360° il territorio circostante, dal Lago Maggiore al Lago d’Orta alla Bassa Ossola.
Alle pendici del monte vennero realizzate varie costruzioni militari ancora visibili e raggiungibili grazie alla strada Cadorna, un percorso sterrato camionabile lungo 4 km e largo ben 4 metri.
Il percorso in questo tratto di Linea Cadorna inizia a Mergozzo, nella Loc. Pra’ Michelaccio (204 m slm), seguendo le indicazioni per le fortificazioni militari.
La strada militare, asfaltata solo nel primo breve tratto, diventa una bella sterrata che sale per 4 km con pendenza costante e con bei tornanti in pietra che conducono alla prima Casermetta. Proseguendo con un susseguirsi di manufatti militari di notevole bellezza (muri di contenimento e canali idraulici), la strada giunge alla seconda Caserma e alla Polveriera. La vista panoramica che si ha da quassù è davvero suggestiva.
Dalla Polveriera si può proseguire fino alla Cima del Montorfano (794 m slm – circa 2 km). La sterrata lascia posto ad una mulattiera che poi diventa sentiero erboso ed in circa 45 minuti raggiunge altre opere militari (ricoveri e baraccamenti), la cui edificazione ha visto l’impiego di risorse naturali locali tra cui il granito estratto dalla vicina Cava Verde, ai piedi del Montorfano.

Attenzione: La strada in alcuni punti è priva di protezioni. Prestare attenzione in caso di recenti nevicate.

PUNTI D’INTERESSE
Vista panoramica sul Lago Maggiore, Lago d’Orta, di Mergozzo e Bassa Ossola.
Manufatti militari di notevole bellezza.
Adatto a tutta la famiglia è il Sentiero Azzurro, un bellissimo percorso lastricato che collega il paese di Mergozzo all’abitato di Montorfano, da cui si ha una vista panoramica su Lago di Mergozzo e Lago Maggiore.
Per chi cerca adrenalina, lungo la Strada Cadorna, si incontra invece l’accesso alla Via Ferrata Montorfano, percorso con ponti tibetani e passaggi esposti (livello Difficile; via da percorrere solo muniti di idonea attrezzatura).
(https://www.comune.mergozzo.vb.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/fer… )
Da Pra’ Michelaccio, lungo le rive del fiume Toce, passa l’omonima Ciclovia del Toce che proveniente dall’Alta Val Formazza, prosegue sino al Lago Maggiore. https://lagomaggiorexperience.it/percorso/ciclovia-del-toce-in-bici-tra-…
Per gli amanti di storia locale, a Mergozzo paese, si possono inoltre visitate l’Ecomuseo del Granito di Montorfano e il Museo Civico Archeologico con l’esposizione di reperti dalla Preistoria all’Età Medievale. www.ecomuseogranitomontorfano.it

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Dalla Punta di Migiandone al Forte di Bara

VIE STORICHE DI MONTAGNA: LA LINEA CADORNA

Piana del Toce
Facile
Distanza 3,3 km
Durata Da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +200
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Linea Cadorna è il sistema difensivo che venne costruito vicino alla frontiera svizzera durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Luigi Cadorna, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il quale temeva un’invasione austro-tedesca, attraverso la neutrale Svizzera.
L’immensa struttura difensiva, costruita tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, si estendeva dall’Ossola al Verbano fino alla Lombardia, divenendo un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, casermette e punti di avvistamento.
I lavori furono eseguiti da muratori e scalpellini locali ed anche le donne ebbero un ruolo fondamentale nella realizzazione della linea difensiva, in particolare nel trasporto di materiale e rifornimento nei cantieri.
La Linea Cadorna non venne mai utilizzata per scopi bellici ed oggigiorno questa strada militare è un patrimonio storico che permette alla comunità di conoscere un momento di storia del Novecento.
E’ però anche un patrimonio naturalistico di sentieri per gli amanti di trekking e della mountain-bike offrendo percorsi percorribili quasi tutto l’anno (prestare attenzione in caso di recenti nevicate).

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il percorso in questo tratto di Linea Cadorna inizia a Ornavasso in Bassa Ossola presso il posteggio della Punta di Migiandone (210 m slm), dove la mulattiera ben conservata si sviluppa con tornanti a pendenza regolare e con muri in pietra in direzione del Forte di Bara. Lungo il cammino si incontrano gallerie scavate nella roccia, trincee, camminamenti e postazioni per mitragliatrici (utile aver una torcia con sé).
Questo costone montuoso era il luogo ottimale per controllare il passaggio tra la Bassa Ossola ed i Laghi Maggiore e di Mergozzo, nel punto più stretto della piana del fiume Toce, definito proprio la “Stretta di Bara”.
Giunti al Forte di Bara (410 m slm) si può ammirare la postazione fortificata a più livelli e costituita da vari terrapieni sostenuti da muri in pietra squadrata che avrebbe dovuto ospitare baraccamenti e cannoni a lunga gittata per proteggere il sistema di trincee di Ornavasso e Migiandone. Cannoni e mortai rendono ancora più suggestiva questa visita.
Una lapide ricorda la Battaglia di Ornavasso che venne combattuta nell’ottobre del 1944 dagli Alpini e dai Partigiani della formazione “Valtoce” contro i tedeschi in difesa della Repubblica Partigiana dell’Ossola.

ATTENZIONE: La strada in alcuni punti è priva di protezioni. Percorso percorribile tutto l’anno (prestare attenzione in caso di recenti nevicate)

PUNTI D’INTERESSE
Vista panoramica sul Lago Maggiore e di Mergozzo, sulle cime della Bassa Ossola e sui Corni di Nibbio.
Manufatti militari di notevole bellezza ancora ben conservati.
Dalla Punta di Migiandone ci si ricongiunge alla Ciclovia del Toce, che proveniente dall’Alta Val Formazza, prosegue sino al Lago Maggiore, costeggiando il famoso corso d’acqua.
Per gli amanti di storia locale, a Ornavasso paese, si possono inoltre visitate la Sezione Archeologica Enrico Bianchetti del Museo del Paesaggio con ricca esposizione di reperti dal VIII sec. a.C. al IV sec. d.C. www.museodelpaesaggio.it/collezioni/archeologia/ ed il Museo Partigiano www.museopartigiano.it
Dal Forte di Bara si può proseguire lungo la strada sterrata che in piano giunge all’Antica Cava di marmo.
Da visitare anche il Santuario della Madonna del Boden ed il Santuario della Madonna della Guardia.

 

(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)




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Uno dei due cuori pulsanti del Parco Naturale Veglia-Devero

PARCO NATURALE VEGLIA – DEVERO: ALPE VEGLIA

Alpi Veglia-Devero
Facile
Distanza 12 km
Durata Da 3 a 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +200
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

località di partenza: Alpe Ciamporino (1936 m)
località di arrivo: San Domenico (1420 m)
quota massima: 2060 m
dislivello: 200 m in salita, -700 m in discesa
distanza: 12 km totali
tempo di percorrenza al netto delle soste: 2 ore e 30 minuti dall’Alpe Ciamporino all’Alpe Veglia; 2 ore e 30 minuti dall’Alpe Veglia a San Domenico.
tipologia di percorso: misto (sentiero, sterrata, selciata, asfalto)
segnaletica: cartelli “Alpe Veglia F50” e segni bianco/rossi
acqua: fontane a San Domenico e all’Alpe Veglia
periodo consigliato: dalla primavera all’autunno in assenza di neve
come arrivare: 26 km a nord di Domodossola. Si percorre la SS33 direzione “Sempione” e “Confine di Stato”, dopo l’uscita “Varzo Sud” seguire cartelli blu per “Varzo”e subito dopo cartelli marroni “San Domenico”. Strada abbastanza stretta e tortuosa negli ultimi 11 km. Trattandosi di una stazione sciistica, vi sono diversi parcheggi all’aperto e al coperto. In autobus: linea 54 Domodossola-Iselle fino a Varzo FS (www.comazzibus.com), quindi servizio ProntoBus Varzo-Trasquera-San Domenico (in funzione con impianti aperti – tel. +39 338.8780386). In treno: linea Domodossola-Briga, stazione di Varzo (www.trenitalia.com). Impianti di risalita www.sandomenicoski.com
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Ente Gestione Aree Protette dell’Ossola www.areeprotetteossola.it; Consorzio Alpe Veglia www.consorzioalpeveglia.it; Comune di Varzo www.comune.varzo.vb.it

L’itinerario

La passeggiata prende il via dalla frazione di San Domenico di Varzo (1420 m), qui si prende quota con la prima delle due tratte di seggiovia che portano ai 1936 metri dell’Alpe Ciamporino, dove comincia la vera e propria escursione. Scesi dalla seggiovia ci si incammina verso l’impianto seguente per prendere, appena prima di questo, la traccia sulla sinistra che attraversa il prato (pietra bianca di riferimento) per passare sotto i cavi di un’altra seggiovia e imboccare il sentiero ora ben evidente (cartello bianco/rosso “Alpe Veglia”).

Inizialmente si scende un poco per poi alternare tratti di salita a zone pianeggianti percorrendo un panoramico sentiero-balcone affacciato sulla sottostante Val Cairasca, lungo la quale si può vedere molto bene la strada che si percorrerà poi in discesa. Il sentiero presenta a volte alcuni tratti un poco esposti, mai veramente pericolosi, ma si deve prestare attenzione ai piccoli escursionisti più esuberanti. Vi sono alcune catene anche se non sono strettamente necessarie con tempo asciutto. Dopo un inizio altalenante ma tutto sommato graduale, il sentiero diventa più ripido passando tra le rocce per superare un primo spallone dove si tocca la quota più elevata. Quindi si pianifica nuovamente per poi risalire con un ultimo strappetto che porta a scollinare in vista di un dosso facilmente raggiungibile e dominato da una croce, da cui si apre il panorama più ampio e bello, con il Monte Leone (3552 m) di fronte, sul confine con la Svizzera. Accompagnati da alcuni pannelli che illustrano la flora del parco, si percorre un tratto del “Sentiero dei Fiori” lungo un tracciato che inizialmente si snoda a brevi sali-e-scendi per poi precipitare in mezzo al bosco in modo abbastanza ripido.

Si raggiunge così la prima delle borgate dell’Alpe Veglia: La Balma, con belle casette sparse sui prati. Superato il guado sul rio La Balma e il primo gruppo di case, si tiene la destra per poi abbandonare la sterrata (cartello “Alpe Veglia”) e seguire il sentiero sulla destra che porta in un fatato tratto boscoso e all’attraversamento del rio Frua su un ponticello di legno, inserito su una suggestiva gola incassata, poco a monte della cascata. Pochi passi e si arriva all’Alpe Veglia, nei pressi del Rifugio CAI. Poco oltre si arriva in prossimità di un albergo, in località Cornù (1755 m), per poi scendere sulla sterrata sottostante e proseguire verso destra verso la borgata seguente (fontana).

Ci si tiene sempre sulla sterrata che compie un’ampia curva verso sinistra cominciando ad attraversare un grande e rilassante pianoro, superando il rio Mottiscia e passando poco a valle dell’alpeggio Isola. Superato anche il torrente Cairasca nei pressi della borgata Ponte, si piega decisamente a sinistra percorrendo il piacevole pianoro poco a valle dell’alpeggio Aione. Appena dopo il largo rio delle Streghe, nei pressi di un imponente e isolato larice, si trova un’Area Archeologica, dove a partire dal 1986 gli scavi hanno portato alla luce i resti di un accampamento nomade del Mesolitico (VIII-VII millennio a.C.) ovvero manufatti in cristallo e selce come raschiatoi e bulini (il sito non è molto evidente in quanto, trattandosi di area protetta e zona di pascolo, ad ogni campagna di scavo è seguita un’accurata ricopertura con le zolle originarie, così da non alterare il paesaggio).

Si sfiora l’alpeggio di Cianciavero passando accanto all’Oratorio di San Giacomo e superando il rio Cianciavero, entrando nuovamente nel bosco. Superata un’azienda agricola di prodotti locali, la strada prende a scendere in modo deciso e continuo. La vista che si ha a tratti sull’impressionante gola sottostante rende più gradevole la passeggiata. Soprattutto dopo la Cappella del Groppallo (XVI sec.) la strada scende ripida con alcuni tornanti. Giunti quasi in piano è possibile abbreviare il tracciato prendendo, appena dopo la sbarra che limita l’accesso alla sterrata, a sinistra il sentiero (cartello) che taglia l’ampia curva e che porta direttamente a Ponte Campo, al ponte sul torrente Cairasca. Un ultimo tratto su asfalto, in salita, riporta a San Domenico chiudendo l’itinerario.

Consigli per i baby escursionisti

Escursione abbastanza lunga, consigliata per la bellezza degli ambienti ma adatta solo a bambini più grandi per via dei tratti un poco esposti dopo l’Alpe Ciamporino. Non adatta a zainetti porta-bimbi, non solo per via dei suddetti tratti esposti ma anche per la difficoltà nel prendere la seggiovia.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino e Annalisa Porporato




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La Via Geoalpina del Parco della Val Nazionale della Val Grande

VIA GEOALPINA TRA VAL GRANDE E VALLE STRONA

Val Grande
Escursionistico
Distanza 92,90 KM
Durata N.P.
Elevation N.P.
Dislivello + +7015
Dislivello – -6573
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Via Geoalpina del Parco della Val Nazionale della Val Grande si inserisce nel quadro di un progetto internazionale che ha lo scopo è quello di diffondere delle conoscenze sulle scienze riguardanti la terra quali la geologia, la geomorfologia, l’idrologia, i rischi naturali o lo sfruttamento della pietra attraverso percorsi segnalati, che  sensibilizzano i turisti e gli escursionisti sulla storia della formazione della catena alpina e sui segreti della terra.

L’itinerario rafforza e valorizza da una parte quella rete di percorsi storici ed ambientali che innervano il sistema della fruizione escursionistica nel comparto del VCO e dell’alto novarese, dall’altra la dorsale nord orientale del Sesia Val Grande Unesco Global Geopark sottesa al territorio del parco nazionale e le aree limitrofe dal confine italo-elvetico a Campello Monti in valle Strona. Percorrendo la Via Geoalpina, oltre a godere di una straordinaria varietà di paesaggi e ambienti montani, si incontrano anche due importanti tratte di interesse geologico (allestite con pannelli tematici) quali la Linea del Pogallo, nella valle omonima, e la cosiddetta “Serie dei Laghi” lungo la dorsale della Linea Cadorna da Pian Cavallo alla Zeda.

L’itinerario si innesta poi sia nel tratto iniziale di Falmenta- Gurro sia nel punto finale di Campello Monti su tappe della Grande Traversata delle Alpi Piemontese e può costituire a tutti gli effetti una variante di straordinario interesse per raggiungere il Lago Maggiore dalla Valle Sesia.

Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/geoalpina




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La Via del Mercato è un percorso escursionistico che collega Domodossola con Locarno attraverso la Val Vigezzo e le Centovalli

LA VIA DEL MERCATO DOMODOSSOLA – LOCARNO

Domodossola e dintorni
Escursionistico
Distanza 60 KM
Durata 19 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +1720
Dislivello – -1860
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

La Via del Mercato è un percorso escursionistico che collega Domodossola con Locarno attraverso la Val Vigezzo e le Centovalli, lungo mulattiere usate fin dall’antichità per portare i prodotti delle valli al mercato delle città. Le stesse mulattiere erano percorse dai tanti emigranti della valle e dai pellegrini che salivano al Santuario di Re, importante centro devozionale della valle dedicato alla Madonna del Sangue, meta di pellegrinaggi da Domodossola, Locarno e Cossogno (nel Verbano).

La Val Vigezzo, diversamente dalle altre valli ossolane, è un luogo in cui le regole dell’orografia sono capovolte. Non una valle scavata dal corso di un torrente con i villaggi posti a differenti altitudini dalla testata allo sbocco della piana. La Vigezzo sembra non avere inizio né fine: vanta due torrenti contrapposti, uno dei quali sembra scorrere in salita, è piatta e poco incisa. Qui non solo l’orografia è insolita, ma anche la storia e la cultura: è una valle benestante che vive di turismo e lavoro di frontalieri, che ha conosciuto un’emigrazione che nei secoli ha prodotto invenzioni curiose e benessere di ritorno, ma anche la tradizione degli spazzacamini e una storia artistica legata a importanti scuole di pittura. L’ambiente riposante e la policromia dei boschi di latifoglie rendono il paesaggio molto dolce allo sguardo. Eppure la Val Vigezzo è un ambiente alpino, un luogo aperto ma incastonato tra valli cupe e selvatiche.

La valle nel corso dell’ultimo secolo ha vissuto una profonda trasformazione del sistema socioeconomico: la tradizionale attività agro-pastorale ha subito una forte riduzione ritagliandosi uno spazio esiguo come economia integrativa. Non c’è stato sviluppo industriale per cui il “frontalierato” nella vicina Svizzera e il turismo costituiscono la voce primaria dell’economia vigezzina. Questo ha permesso di evitare l’emorragia di popolazione che in altre valli ha segnato negativamente il tessuto sociale e l’assetto del territorio. Uno dei modi migliori per conoscere e apprezzare i contenuti storici e le bellezze della Val Vigezzo e della attigua Centovalli è proprio ripercorrere l’antica via che collegava Domodossola con Locarno (CH), in uso sembra fin dal Medioevo da mercanti e boscaioli, mandriani ed emigranti tra Ticino e Italia.

Oggi una parte del percorso è andata perduta, ricoperta dall’attuale rete stradale, ma alcuni tratti ben conservati dell’antica mulattiera sono presenti sia in Italia che in Svizzera. Camminare su questa Via è facile e piacevole, grazie anche alla Linea ferroviaria transfrontaliera della “VIGEZZINA”, recentemente definita “la più bella ferrovia panoramica d’Italia” che unisce Domodossola con Locarno. Spostandosi con il treno della Vigezzina è possibile pernottare in qualsiasi paese della valle, raggiungendo al mattino il punto di partenza della tappa.

Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/del-mercato-domodossola-locarno




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Il lungo tracciato della GTA in Piemonte che ammonta a più di 1000 km

GRANDE TRAVERSATA DELLE ALPI – GTA: TRATTO NORD PIEMONTE

Alpi Veglia-Devero
Escursionistico
Distanza 476 km
Durata N.P.
Elevation N.P.
Dislivello + N.P.
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Il lungo tracciato della GTA in Piemonte  che ammonta a più di 1000 km è stato diviso, anche per ragioni pratiche di scarico e gestione dei dati, in 3 grandi tratti corrispondenti alle aree nord, centro e sud della Regione. La parte nord prende avvio da Cannobio sul Lago Maggiore e si sviluppa attraverso una notevole varietà di contesti di grandissimo valore ambientale e paesaggistico. Si risale dapprima verso nord attraverso la Val Maggia svizzera o, in variante, lungo la selvaggia Alta Valle dell’Isorno puntando verso la Val Formazza, estremo lembo del Piemonte incuneato tra i Cantoni svizzeri del Ticino e del Vallese. Dalla Frazione Riale, punto estremo verso nord da cui si dipartono i collegamenti per i colli della vicina svizzera, inizia la lunga discesa verso sud transitando prima di tutto attraverso gli incantevoli altopiani delle Alpi Veglia e Devero fino a  scendere a Varzo. Ci si porta quindi nella vicina Val Bognanco dove il tracciato si sdoppia ed è possibile scegliere se seguire il tracciato principale che rimane delle medie e basse valli Antrona, Anzasca e Sesia oppure se percorrere la più impegnativa variante che attraversa zone di alta montagna e si riconnette al tracciato principale presso Alagna Valsesia. Da Alagna il tracciato porta verso Riva Valdobbia ed infine a svalicare nel territorio biellese da cui prende avvio il tratto centrale della GTA.

Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/grande-traversata-delle-alpi-gta-tratto-nord-piemonte




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Percorso circolare, una grandiosa balconata sul Lago d’Orta settentrionale

LAGO D’ORTA: ANELLO DI QUARNA

Valle Strona
Difficile
Distanza 10 km
Durata Da 3 a 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +500
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

località di partenza e di arrivo: Piazza Capitano Beltrami, Cireggio (380 m)
quota massima: Quarna Sopra (860 m)
dislivello: 500 m circa totali
distanza: 10 km totali
tempo di percorrenza al netto delle soste: 4 ore totali
tipologia di percorso: misto (sentiero, asfalto, sterrata)
segnaletica: cartelli bianco/rossi
acqua: fontane nelle borgate
periodo consigliato: tutto l’anno
come arrivare: frazione di Omegna, situata a circa 2 km ad ovest del Comune. In piazza Beltrami, adiacente la chiesa parrocchiale, si trovano alcuni parcheggi ma si suggerisce di lasciare la vettura nella piazza del cimitero (400 m a est, lungo via Leonardo Da Vinci). In autobus: linee Domodossola-Omegna e Novara-Borgomanero-Omegna-Domodossola (www.comazzibus.com).
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Ufficio IAT – Piazza XXIV Aprile 17, Omegna – www.proloco.omegna.vb.it; Comune di Omegna – www.comune.omegna.vb.it; Comune di Nonio – www.comune.nonio.vb.it; Comune di Quarna Sotto – www.comune.quarnasotto.vb.it; Comune di Quarna Sopra – www.comune.quarnasopra.vb.it

L’itinerario

Si parte da Cireggio, frazione di Omegna che diede i natali al comandante partigiano Filippo Maria Bertrami, capo partigiano (1908-1944), dalla piazza antistante la barocca parrocchiale, Santa Maria Assunta. Spalle alla facciata della chiesa, si prende verso sinistra via Varallo, in leggera discesa (cartello “Ponte Bria 0h30” – “Laghetti di Nonio 0h40”) e in costante pendenza si arriva ad un incrocio. Si imbocca la via centrale (sempre via Varallo) e ci si inoltra verso la periferia del centro abitato fino a raggiungere Ponte Bria. Subito dopo il ponte si prende a destra per via Ponte Bria cominciando a salire molto gradualmente mentre il tracciato si incunea in una piacevole valletta. Un cartello bianco/rosso fa deviare quindi verso sinistra, lungo una pista sassosa che si tiene inizialmente parallela alla strada per poi salire in modo più netto, tenendosi sempre sulla pista più evidente (mancano segni che possano aiutare). Si giunge in tal modo a raccordare su un sentiero pianeggiante e si continua sulla sinistra arrivando ai Laghetti di Nonio che sono due, divisi da una sorta di spallone. Poco a monte dell’osteria si trova un’area picnic e un’area giochi (fontana).

Dopo la sacrosanta e doverosa pausa, si torna indietro fino all’inizio del lago e si prende una sorta di selciata a sinistra, nei pressi di un imponente faggio. Non è una strada vera e propria bensì una condotta d’acqua ricoperta da lastre di pietra ed è possibile rendersene conto sbirciando tra i buchi che si trovano a tratti. Il tracciato è molto piacevole, fresco e graduale anche se in alcuni tratti leggermente esposto (prestare attenzione ai bimbi più vivaci). Un sentiero a sinistra, in forte salita, porta rapidamente al ponte della centrale elettrica di Brolo e attraversatolo si prosegue a sinistra, inizialmente su selciata e poi su scalinata che aggira un vecchio edificio. La salita ora è parecchio ripida su sentiero a zig-zag e porta a sbucare nei pressi di un laghetto per la pesca sportiva. Si prosegue oltre il laghetto su strada asfaltata, al bivio si gira a sinistra e con breve salita si arriva a Quarna Sotto (800 m, fontana) caratterizzata da un’ampia piazza decorata con un curioso strumento musicale, un corno, e dalla chiesa di San Nicolao del XVIII secolo.

Quarna Sotto viene definito il “paese della musica” poiché nella prima metà del XIX secolo si sviluppò qui l’attività di costruzione degli strumenti a fiato che si sviluppò diventando nota in tutto il mondo come “Rampone&Cazzani”, ditta tuttora attiva (www.ramponecazzani.com). Il Museo della Musica ricorda questo successo imprenditoriale con la presentazione dei vecchi metodi di lavorazione ed una esposizione di oltre 300 strumenti a fiato (visita su prenotazione, tel. +39 (0)323.89622).

Tenendo come riferimento la facciata della chiesa frontalmente, si prosegue a sinistra in salita lungo la via Filippo Beltrami passando così davanti al piccolo Museo dello Strumento Musicale a Fiato.

Alternativa: se si vuole evitare la strada principale, benché poco trafficata, anziché via Beltrami che sale, si scende lungo Salita San Giuseppe, a sinistra, per prendere poi all’altezza di un pilone votivo a destra per via delle Fontane, in salita. Giunti su strada più ampia si prosegue a destra, in salita, congiungendosi con via Beltrami più a monte. In questo modo, però, per il Museo della Musica si deve tornare indietro su via Beltrami.

Lungo la strada asfaltata, in continua e leggera salita, si arriva a Quarna Sopra (860 m) passando davanti all’oratorio della Madonna del Pero (del 1598), mentre la parrocchiale Santo Stefano del XVI secolo si trova più spostata sulla sinistra. Dopo il palazzo comunale si segue a sinistra (cartelli “Belvedere”) per arrivare su via Circonvallazione/via Fontegno che va seguita verso sinistra. All’incrocio seguente, ormai fuori dal centro abitato, si prende a destra in discesa fino ad arrivare ad una sbarra oltre la quale si giunge al Belvedere (830 m), un tempo sito per il tiro al piattello e oggi un tranquillo prato con tavolini e ampia panoramica sul lago, sui paesi sottostanti (se avete lasciato l’auto al cimitero di Cireggio potreste anche vederla) e sui laghetti di Nonio: uno spettacolo imperdibile! Dopo il giusto tempo per deliziarsi con la stupenda vista del belvedere si torna indietro fino al bivio più grande e si prende a destra (cartelli “Santuario Fontegno”) e con una bella selciata si arriva al complesso del Santuario Fontegno (750 m, fontana), del XVII-XIX secolo. E’ dedicato alla Madonna della Neve e che si trova quasi nascosto, addossato alla montagna e riparato da alberi anch’esso in posizione molto panoramica. Si prosegue oltre il complesso sacro e si scende in modo molto ripido su tracciato in parte selciato, in parte sentiero per terminare con una scalinata che porta su asfalto. Si continua a sinistra e ci si ritrova alla chiesa di Cireggio il cui campanile è già visibile da lontano.

Per saperne di più:

“Quarna, un paese per la musica”

Dal 1979 una rassegna musicale che ogni estate si svolge nel territorio, ospitando artisti di fama internazionale (www.quarnamusica.it).

Omegna

Città d’artigianato e industria, è nota soprattutto per i prodotti legati alla casa e alla cucina come Alessi, Piazza, Girmi, Lagostina… Qui è stata inventata la moka express, venne prodotta la più nota pentola a pressione e la pastaiola. Nel Museo Forum se ne ricorda la storia (www.forumomegna.org).

Consigli per i baby escursionisti

Itinerario abbastanza lungo che termina con una discesa impegnativa per la ripidità, ma di grande soddisfazione per la panoramicità e la varietà degli ambienti percorsi. Non adatto a passeggini. Nessuna difficoltà invece per gli zainetti porta-bimbi.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino, Annalisa Porporato




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