Uno dei due cuori pulsanti del Parco Naturale Veglia-Devero

PARCO NATURALE VEGLIA – DEVERO: ALPE VEGLIA

Alpi Veglia-Devero
Facile
Distanza 12 km
Durata Da 3 a 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +200
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

località di partenza: Alpe Ciamporino (1936 m)
località di arrivo: San Domenico (1420 m)
quota massima: 2060 m
dislivello: 200 m in salita, -700 m in discesa
distanza: 12 km totali
tempo di percorrenza al netto delle soste: 2 ore e 30 minuti dall’Alpe Ciamporino all’Alpe Veglia; 2 ore e 30 minuti dall’Alpe Veglia a San Domenico.
tipologia di percorso: misto (sentiero, sterrata, selciata, asfalto)
segnaletica: cartelli “Alpe Veglia F50” e segni bianco/rossi
acqua: fontane a San Domenico e all’Alpe Veglia
periodo consigliato: dalla primavera all’autunno in assenza di neve
come arrivare: 26 km a nord di Domodossola. Si percorre la SS33 direzione “Sempione” e “Confine di Stato”, dopo l’uscita “Varzo Sud” seguire cartelli blu per “Varzo”e subito dopo cartelli marroni “San Domenico”. Strada abbastanza stretta e tortuosa negli ultimi 11 km. Trattandosi di una stazione sciistica, vi sono diversi parcheggi all’aperto e al coperto. In autobus: linea 54 Domodossola-Iselle fino a Varzo FS (www.comazzibus.com), quindi servizio ProntoBus Varzo-Trasquera-San Domenico (in funzione con impianti aperti – tel. +39 338.8780386). In treno: linea Domodossola-Briga, stazione di Varzo (www.trenitalia.com). Impianti di risalita www.sandomenicoski.com
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Ente Gestione Aree Protette dell’Ossola www.areeprotetteossola.it; Consorzio Alpe Veglia www.consorzioalpeveglia.it; Comune di Varzo www.comune.varzo.vb.it

L’itinerario

La passeggiata prende il via dalla frazione di San Domenico di Varzo (1420 m), qui si prende quota con la prima delle due tratte di seggiovia che portano ai 1936 metri dell’Alpe Ciamporino, dove comincia la vera e propria escursione. Scesi dalla seggiovia ci si incammina verso l’impianto seguente per prendere, appena prima di questo, la traccia sulla sinistra che attraversa il prato (pietra bianca di riferimento) per passare sotto i cavi di un’altra seggiovia e imboccare il sentiero ora ben evidente (cartello bianco/rosso “Alpe Veglia”).

Inizialmente si scende un poco per poi alternare tratti di salita a zone pianeggianti percorrendo un panoramico sentiero-balcone affacciato sulla sottostante Val Cairasca, lungo la quale si può vedere molto bene la strada che si percorrerà poi in discesa. Il sentiero presenta a volte alcuni tratti un poco esposti, mai veramente pericolosi, ma si deve prestare attenzione ai piccoli escursionisti più esuberanti. Vi sono alcune catene anche se non sono strettamente necessarie con tempo asciutto. Dopo un inizio altalenante ma tutto sommato graduale, il sentiero diventa più ripido passando tra le rocce per superare un primo spallone dove si tocca la quota più elevata. Quindi si pianifica nuovamente per poi risalire con un ultimo strappetto che porta a scollinare in vista di un dosso facilmente raggiungibile e dominato da una croce, da cui si apre il panorama più ampio e bello, con il Monte Leone (3552 m) di fronte, sul confine con la Svizzera. Accompagnati da alcuni pannelli che illustrano la flora del parco, si percorre un tratto del “Sentiero dei Fiori” lungo un tracciato che inizialmente si snoda a brevi sali-e-scendi per poi precipitare in mezzo al bosco in modo abbastanza ripido.

Si raggiunge così la prima delle borgate dell’Alpe Veglia: La Balma, con belle casette sparse sui prati. Superato il guado sul rio La Balma e il primo gruppo di case, si tiene la destra per poi abbandonare la sterrata (cartello “Alpe Veglia”) e seguire il sentiero sulla destra che porta in un fatato tratto boscoso e all’attraversamento del rio Frua su un ponticello di legno, inserito su una suggestiva gola incassata, poco a monte della cascata. Pochi passi e si arriva all’Alpe Veglia, nei pressi del Rifugio CAI. Poco oltre si arriva in prossimità di un albergo, in località Cornù (1755 m), per poi scendere sulla sterrata sottostante e proseguire verso destra verso la borgata seguente (fontana).

Ci si tiene sempre sulla sterrata che compie un’ampia curva verso sinistra cominciando ad attraversare un grande e rilassante pianoro, superando il rio Mottiscia e passando poco a valle dell’alpeggio Isola. Superato anche il torrente Cairasca nei pressi della borgata Ponte, si piega decisamente a sinistra percorrendo il piacevole pianoro poco a valle dell’alpeggio Aione. Appena dopo il largo rio delle Streghe, nei pressi di un imponente e isolato larice, si trova un’Area Archeologica, dove a partire dal 1986 gli scavi hanno portato alla luce i resti di un accampamento nomade del Mesolitico (VIII-VII millennio a.C.) ovvero manufatti in cristallo e selce come raschiatoi e bulini (il sito non è molto evidente in quanto, trattandosi di area protetta e zona di pascolo, ad ogni campagna di scavo è seguita un’accurata ricopertura con le zolle originarie, così da non alterare il paesaggio).

Si sfiora l’alpeggio di Cianciavero passando accanto all’Oratorio di San Giacomo e superando il rio Cianciavero, entrando nuovamente nel bosco. Superata un’azienda agricola di prodotti locali, la strada prende a scendere in modo deciso e continuo. La vista che si ha a tratti sull’impressionante gola sottostante rende più gradevole la passeggiata. Soprattutto dopo la Cappella del Groppallo (XVI sec.) la strada scende ripida con alcuni tornanti. Giunti quasi in piano è possibile abbreviare il tracciato prendendo, appena dopo la sbarra che limita l’accesso alla sterrata, a sinistra il sentiero (cartello) che taglia l’ampia curva e che porta direttamente a Ponte Campo, al ponte sul torrente Cairasca. Un ultimo tratto su asfalto, in salita, riporta a San Domenico chiudendo l’itinerario.

Consigli per i baby escursionisti

Escursione abbastanza lunga, consigliata per la bellezza degli ambienti ma adatta solo a bambini più grandi per via dei tratti un poco esposti dopo l’Alpe Ciamporino. Non adatta a zainetti porta-bimbi, non solo per via dei suddetti tratti esposti ma anche per la difficoltà nel prendere la seggiovia.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino e Annalisa Porporato




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Lo spettacolo saprà ricompensare delle fatiche

IL “GRANDE EST” DI DEVERO

Alpi Veglia-Devero
Difficile
Distanza 18 km
Durata Da 3 a 6 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +700
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

STAGIONE: da giugno a ottobre

Giro ad anello attraverso le vaste praterie d’alta quota del Grande Est di Devero, un altopiano di oltre 7 km2 sopra i 2000 m, zona di produzione del formaggio Bettelmatt.
Il percorso è complessivamente impegnativo, ma è una delle gite più belle dell’Ossola: lo spettacolo saprà ricompensare delle fatiche.

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Il lungo tracciato della GTA in Piemonte che ammonta a più di 1000 km

GRANDE TRAVERSATA DELLE ALPI – GTA: TRATTO NORD PIEMONTE

Alpi Veglia-Devero
Escursionistico
Distanza 476 km
Durata N.P.
Elevation N.P.
Dislivello + N.P.
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Il lungo tracciato della GTA in Piemonte  che ammonta a più di 1000 km è stato diviso, anche per ragioni pratiche di scarico e gestione dei dati, in 3 grandi tratti corrispondenti alle aree nord, centro e sud della Regione. La parte nord prende avvio da Cannobio sul Lago Maggiore e si sviluppa attraverso una notevole varietà di contesti di grandissimo valore ambientale e paesaggistico. Si risale dapprima verso nord attraverso la Val Maggia svizzera o, in variante, lungo la selvaggia Alta Valle dell’Isorno puntando verso la Val Formazza, estremo lembo del Piemonte incuneato tra i Cantoni svizzeri del Ticino e del Vallese. Dalla Frazione Riale, punto estremo verso nord da cui si dipartono i collegamenti per i colli della vicina svizzera, inizia la lunga discesa verso sud transitando prima di tutto attraverso gli incantevoli altopiani delle Alpi Veglia e Devero fino a  scendere a Varzo. Ci si porta quindi nella vicina Val Bognanco dove il tracciato si sdoppia ed è possibile scegliere se seguire il tracciato principale che rimane delle medie e basse valli Antrona, Anzasca e Sesia oppure se percorrere la più impegnativa variante che attraversa zone di alta montagna e si riconnette al tracciato principale presso Alagna Valsesia. Da Alagna il tracciato porta verso Riva Valdobbia ed infine a svalicare nel territorio biellese da cui prende avvio il tratto centrale della GTA.

Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/grande-traversata-delle-alpi-gta-tratto-nord-piemonte




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L’antica strada che inzia dal fondovalle ossolano fino alla valle di Binn

VIA DELL’ ARBOLA – VIA ALBRUN

Alpi Veglia-Devero
Escursionistico
Distanza 44,25 km
Durata 14 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +2310
Dislivello – -1258
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

L’antica strada che, attraverso la Bocchetta d’Arbola o Albrunpass (2409 m), conduceva dal fondovalle ossolano alla valle di Binn e quindi alla Svizzera interna è molto importante per la storia dei transiti attraverso le Alpi.
L’Arbola è il valico più basso e agevole delle Alpi Lepontine, secondo solo al Sempione sui monti dell’Ossola. Mentre il Passo di Boccareccio, quello di Cornera e della Rossa sono resi difficoltosi da imponenti bastionate di roccia che ne rendono difficoltoso l’accesso agli uomini e impossibile agli animali da soma, la mulattiera selciata dell’Arbola permetteva il transito alle lunghe colonne di animali da soma carichi di merci. Una grande carovaniera attraverso le Alpi.

Le Alpi Lepontine, poco discoste da quel Gottardo da cui nascono fiumi che scendono nelle direzioni dei quattro venti, furono sempre un nodo orografico fondamentale nella viabilità alpina: l’Arbola porta nella Binntal, il Gries porta nell’Hasli e quindi in Oberland, il Passo San Giacomo (la “montagna di Valdolgia”) porta ad Airolo e in Ticino. La “strada d’Antigorio” per Baceno, il Devero e l’Arbola (il “passo inferiore” per distinguerlo da quello superiore o “del ghiacciaio” costituito dal Gries) fu per molti secoli la principale arteria commerciale tra il Vallese e la Lombardia. Tanto che anche la antiche carte definiscono l’Arbola come “passo verso la Lombardia (Pass gegen Lombardy, Sebastian Munster, 1550) oppure “passo per Milano” (Pass auf Mailand, Gabriel Walser, 1768). Nei secoli del Medioevo, quando gli uomini iniziarono a percorrere gli alti valichi alpini per scambiare merci e idee, le soste di Baceno ed Ernen crebbero di importanza. I villaggi ai piedi del valico (Baceno, Binn, Ernen) vengono considerati dagli storici come “insediamenti di passo” in cui la funzione mercantile si abbinava a quella pastorale. Fino al XIII e XIV secolo, quando le gole di Gondo sul Sempione furono attrezzate con passerelle di legno ancorate con catene alla roccia, il Passo d’Arbola fu la “porta della Lombardia”.

A nord salivano grano e vino, sete e spezie provenienti dall’Oriente; a sud scendevano sale, formaggi e bestiame. A Baceno e Croveo crebbero dinastie di mercanti che percorsero l’Europa alpina portando anche il sale di contrabbando dalle miniere di Hall, vicino a Salisburgo, al mercato di Ernen attraverso la “via trasversale” del Passo San Giacomo, Scatta Minoia e Bocchetta d’Arbola. Essi svilupparono una ramificata rete di relazioni transalpine con i cantoni svizzeri di Uri e Unterwalden. Percorrevano gli alti valichi e possedevano prati e pascoli per l’alimentazione delle mandrie acquistate in Svizzera e da vendersi sui mercati lombardi e cantine dove conservare vino e formaggi. L’itinerario dell’antica via dell’Arbola – Via Albrun è uno degli Itinerari Culturali di interesse regionale della Svizzera.

Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/dellarbola-albrun




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Passeggiata ad anello lungo i rilassanti pascoli dell’Alpe Devero, per andare alla scoperta dell’affascinante Lago delle Streghe, ammirare il grandioso Lago Devero ed esplorare la caratteristica borgata di Crampiolo.

PARCO NATURALE VEGLIA-DEVERO: DEVERO TRA ALPE E LAGO

Alpi Veglia-Devero
Medio
Distanza 8,5 km
Durata Da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +300
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Passeggiata ad anello lungo i rilassanti pascoli dell’Alpe Devero, per andare alla scoperta dell’affascinante Lago delle Streghe, ammirare il grandioso Lago Devero ed esplorare la caratteristica borgata di Crampiolo.

località di partenza e di arrivo: Alpe Devero, località Ai Ponti (1640 m)
quota massima: Montorfano-Lago Devero (1863 m)
dislivello: +300 m circa totali
distanza: 8,5 km totali
tempo di percorrenza al netto delle soste: 2 ore e 30 minuti totali
tipologia di percorso: sentiero, sterrate
segnaletica: cartelli bianchi/rossi e in legno
acqua: fontane in Alpe Devero, a Cantone e a Crampiolo
periodo consigliato: tutto l’anno; la tarda primavera per le fioriture dei prati, l’estate per il fresco del Lago delle streghe, l’autunno per i colori caldi ed il bramito del cervo, l’inverno per una tranquilla passeggiata con le racchette da neve.
come arrivare: dista 33 km da Domodossola. Direzione Crodo e quindi direzione Valle Formazza fino a Baceno. Quindi segnaletica per Devero (cartelli blu) e Parco Naturale Alpe Veglia – Devero (cartelli marrone) per 12 km. Parcheggi per le auto presso Alpe Devero a pagamento (5,00 euro al giorno). In autobus: linea Domodossola-Formazza fino a Baceno (www.comazzibus.com); tra Baceno e Alpe Devero servizio di minibus (www.unionemontanaaltaossola.it).
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Ufficio Turistico Pro Loco Baceno – via Roma 56, Baceno – tel. +39 (0)324.62579; Ufficio IAT – loc. Bagni 20, Crodo – tel. +39 (0)324.600005; Parco Naturale Alpe Veglia – Devero – www.areeprotetteossola.it; Comune di Baceno – www.comune.baceno.vb.it; Comunità Montana delle Valli dell’Ossola – www.cmvo.it

L’itinerario

Ci si trova in pieno Parco Naturale Alpe Veglia-Devero.

È il 1995 quando viene unita la gestione di due parchi distinti: Veglia (nato nel 1978, primo parco della Regione Piemonte) e Devero (del 1990). Su una superficie di 86 kmq è caratterizzato da un ambiente prettamente alpino andando dai 1600 ai 3500 metri di altitudine, anche se presenta un mondo modellato dal lavoro dell’uomo con dolci pascoli circondati dalle aspre cime. Ingloba territori dei comuni di Baceno, Crodo, Varzo e Trasquera. Veglia e Devero, che danno il nome al complesso del parco, sono i due alpeggi più grandi della Val d’Ossola.

Si entra tra le abitazioni della borgata seguendo la bella selciata della via principale fino all’Oratorio di San Bartolomeo del XVII secolo, per poi attraversare con il ponte il rio Buscagna.

Volendo, è possibile fare una variazione puntando in direzione dell’ampia area giochi che si trova sulla sinistra, delimitato da questo ruscello e dal rio della Rossa. Poco oltre si trova anche il Museo dell’Alpeggio, ospitato nell’ex-stazione di arrivo della funivia Goglio-Devero (apertura estiva, info tel. +39 (0)324.72572). Fino agli anni Settanta una funivia collegava le due località. Nata nel 1939 per trasportare i materiali e dipendenti dell’Edison Volta (poi Enel), visse un momento tragico nel 1944 quando, bloccata a pochi metri dalla partenza, venne mitragliata dai nazifascisti che uccisero così quattro partigiani. Usata poi per turismo, venne chiusa quando la strada asfaltata raggiunse Alpe Devero.

Appena al di là del ponte si trova una casa bianca su cui è tracciata una meridiana. Sollevando gli occhi è possibile vedere il livello che può raggiungere la neve. Impressionante! Si ignora la strada a destra proseguendo dritti accanto al bar-pensione seguendo la segnaletica bianca/rossa “Lago delle Streghe 0.45” e inoltrandosi, così, tra i campi aperti e rilassanti dell’Alpe Devero, percorrendo un tratto del sentiero “un percorso per tutti”, accessibile anche a passeggini.

L’ampio pianoro è dato dalla presenza di un antico lago glaciale, prosciugatosi nel tempo. Nel Medioevo l’area era ancora prettamente paludosa ma le seguenti opere di bonifica hanno ridotto di parecchio la zona umida ampliando i terreni prativi e da pascolo.

Si ignora la strada a destra in leggera salita e con pendenza praticamente nulla si raggiunge la borgata Cantone (1640 m circa), dove si trova anche il rifugio CAI. Giunti alle prime abitazioni si gira a destra cominciando a salire leggermente (cartelli di legno). Poco oltre si abbandona la sterrata per imboccare un sentiero sulla destra (piccolo cartello “Crampiolo-lago”) che con salita più decisa, bordata da pietre verticali, porta ad un isolato alpeggio (fontana). Il sentiero si fa più graduale e si inoltra lungo una piacevole valletta denominata Vallaro e delimitata tra pascoli e alberi, costellata da grossi massi che invogliano le scalate e isolate casette di pietra che a volte appaiono all’improvviso, quasi per magia, mentre poco alla volta l’ambiente si fa più boscoso e suggestivo. Una salitina più decisa porta a ridosso di alcune case di legno e pietra.

Andando a sinistra per circa 5 minuti si arriva ai resti di una vecchia fornace per la calce posta lungo il Sentiero Natura. In queste fornaci venivano messe a cuocere per una settimana le rocce calcaree, con le fiamme che ardevano ininterrottamente così che la temperatura poteva arrivare a mille gradi centigradi. Si otteneva così la “calce viva” che mescolata con acqua diventava “calce spenta”, utilizzata nell’edilizia, oppure, con l’aggiunta di molta più acqua, “latte di calce” dal potere disinfettante e usato per imbiancare i muri.

Si deve proseguire a destra (cartello “Crampiolo 0.15”) e dopo pochissimi passi si abbandona l’ampio sentiero che va direttamente a Crampiolo per imboccare il sentiero più piccolo a sinistra (cartello “Lago delle Streghe”) che sale in modo deciso tra bassi ginepri, mirtilli e rododendri. La salita dura poco, presto il sentiero si fa più graduale anche se quasi chiuso dalla vegetazione, cosa che rende l’avvicinamento al lago assai suggestivo, quasi sia un incantesimo delle streghe che vogliono così proteggere il loro specchio d’acqua. Specchio d’acqua che appare quasi a sorpresa tra la fitta vegetazione. Ci si trova all’estremità meridionale del lago delle Streghe (1772 m), e un sentiero sulla destra permette di percorrere tutto il lato orientale, così da arrivare all’estremità opposta caratterizzata da una vegetazione paludosa bassa e rada. Il sentiero passa abbastanza in alto rispetto il livello dell’acqua, ottimo punto di vista per le acque limpide che scaturiscono da una sorgente sotterranea, per poi scendere ad un ponte-passerella che permette di attraversare la zona umida e percorrere un breve tratto della riva opposta, fino ad un grosso masso che blocca il passaggio costiero e nei cui pressi si trova una pietra squadrata ai piedi di una nicchia che protegge una immagine sacra. Tornati al ponte, si continua lungo il sentiero a sinistra (cartello di legno “Crampiolo 0.10”) arrivando in breve alla borgata. La stradina conduce al ponte che supera il torrente Devero ma non lo si attraversa: si prosegue su sterrata mantenendo il corso d’acqua alla propria destra (cartello bianco/rosso “Lago Devero 0.20”). Presto la sterrata diventa una selciata molto ripida che in pochi metri fa prendere quota fino a diventare sentiero e sbucare proprio accanto alla diga di Codelago (1856 m), affacciandosi sulle acque turchesi del Lago Devero, in pieno Parco Naturale Alpe Veglia-Devero.

La diga di Codelago fu una delle prime della Val d’Ossola, eretta tra il 1908 ed il 1912, alzando così di 20 metri il livello di un lago preesistente.

Dopo aver fatto una sosta lungo le rive del lago, ammirando le cime che circondano e abbracciano la zona in tutta la loro magnificenza, si passa lungo il coronamento della diga (cartello “giro del lago”), per poi salire per la scalinata e percorrere il sentiero che passando a monte degli edifici della centrale li aggira. Attenzione al primo bivio a sinistra, subito dopo gli edifici della centrale, che fa scendere in modo ripido verso la riva del lago utilizzando anche l’aiuto di una catena per via di un brevissimo passaggio roccioso non difficile (ma prestate attenzione con bambini molto piccoli). Si percorre un breve tratto lungo lago per poi distaccarsene leggermente e puntare alla borgata parzialmente abbandonata di Montorfano (1863 m) dal cui pilone votivo, posizionato sulla sommità del piccolo promontorio, si ha un magnifico colpo d’occhio sulla distesa del lago cinto dalle montagne. Abbandonata la borgata si riprende il sentiero (cartelli “Crampiolo via Dighetta”) che costeggia sempre dall’alto il bordo di quella piccola rientranza di lago che si trova ad est del Montorfano, fino ad arrivare ad una diga di dimensioni minori.

Nel 1921-24 la diga di Codelago venne ulteriormente alzata, e questo rese necessario creare uno sbarramento anche ad est del promontorio di Montorfano, creando così la Dighetta.

La si attraversa passando sulla sua sommità e giunti al termine si sale lungo la traccia che porta sulla sterrata che arriva dal giro del Lago di Devero. Si prende ora questa strada verso destra in leggera e continua discesa, passando sopra un’ulteriore, piccola diga e senza alcuna altra deviazione si scende per selciata e sterrata fino alla borgata di Crampiolo (1767 m) le cui case di pietra si raggruppano attorno al candido Oratorio San’Antonio Abate, del XVII secolo.

Qui vi sono diversi locali dove potersi rifocillare, agriturismi, ristoranti, degustazione e vendita di prodotti tipici… Da assaggiare il Bettelmatt, formaggio di alpeggio già noto nel Diciassettesimo secolo.

Attraversata la borgata si oltrepassa il torrente Devero con il ponte di legno imboccando la sterrata in discesa (cartello bianco-rosso “Devero 0.25”), ignorando un primo sentiero a destra (porta verso il Lago delle Streghe) ma girando a sinistra dopo circa 300 metri su un ponticello di legno (cartello marrone “Devero percorso invernale”). Si aggirano le case de Il Motto di Crampiolo (1770 m circa) per seguire una bella mulattiera nel bosco che porta alla borgata Corte d’Ardui, qui si continua al bivio a destra e tenendo sempre il torrente Devero alla propria destra si percorre un rilassante tratto boschivo dove il tracciato si abbassa gradualmente alternando tratti di mulattiera e tratti a sentiero, fino a rientrare all’Alpe Devero concludendo così il piacevolissimo anello.

Estensione: con bambini più grandicelli è possibile effettuare il giro completo del Lago di Devero percorrendo ulteriori 4,5km, +125m, 2h. In questo caso non si passa sul coronamento della diga ma si continua lungo la riva, con le acque alla propria destra (cartelli “Giro del Lago”), passando per l’Alpe Codelago, la fine del bacino Pianboglio, per poi tornare indietro lungo la riva opposta. Il tracciato è in parte sentiero e in parte sterrata, con alcuni passaggi un po’ esposti e a strapiombo, aiutati a tratti da alcune catene.

Per saperne di più:

La leggenda del Lago delle Streghe
Vi era un tempo lontano una fanciulla innamorata di un ragazzo che, ahi lei, aveva però occhi solo per un’altra ragazza. Un giorno la fanciulla, vagando sconsolata, incontrò una vecchia seduta su un masso, intenta a filare. Guadandola negli occhi, la fanciulla capì che era più di ciò che sembrava e sentì il bisogno di confidarsi con quella vecchina. Le raccontò, così, le sue angustie, implorandola di operare una magia affinché il ragazzo amasse solo lei. La vecchia cercò di dissuaderla, ma senza successo. Allora accettò di operare l’incantesimo ma ad un patto: la fanciulla doveva, prima, guardare un altro uomo. Si recarono ad una grotta nel cui profondo si trovava una sala calda ed accogliente, dove si trovavano altre due streghe. La vecchina chiese alla fanciulla di guardare dentro due pozze sorgive. Nella prima ella vide il volto del suo innamorato ma, sotto il suo sguardo, egli avvizzì, diventando vecchio, con capelli bianchi e denti gialli. Inorridita, la fanciulla volle fuggire ma dovette guardare anche nell’altra pozza e lì vide un giovane bellissimo, simile ad un dio, con lo sguardo dell’amore e la forza di un re. E capì. Nella prima pozza aveva visto l’amore umano, fugace e di breve durata, che può rendere felici ma non per sempre. Nella seconda pozza aveva visto l’amore divino che non si spegne mai. La ragazza capì che era questo, che desiderava, e così prese a danzare con le altre streghe, la grotta sparì e la pozza d’acqua crebbe tanto da diventare un torrente e riempire il pianoro. Creando il Lago delle Streghe.
La storia delle streghe di Croveo
Nella realtà, la zona tra Baceno e Croveo è tristemente nota per una vera e propria caccia alle streghe avvenuta a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo, con la cattura e la morte, per le torture e sul rogo, di decine di persone, donne ma anche qualche uomo. Secondo gli storici tale accanimento fu dovuto alla vicinanza della Svizzera di fede calvinista, altri vi leggono i resti di antiche credenze pagane sopravvissute grazie all’isolamento delle vallate. Quale sia la verità, rimane una pagina triste e oscura della storia e della religione.

La cascata del Devero
Lungo la strada macchinabile per raggiungere l’Alpe Devero si attraversa una suggestiva galleria scavata nella roccia e, appena oltre, ad un tornante che gira verso destra, si apre una superba visuale a sinistra su una impressionante cascata creata dal torrente Devero. Uno spettacolo che merita una sosta nei parcheggi che si trovano appena prima del tornante. Parcheggi, tra l’altro, che a 2,5 km circa dalla borgata sono gli ultimi gratuiti.

Consigli per i baby escursionisti

Così come presentata la passeggiata è adatta a bambini di tutte le età; l’unico punto cui si deve prestare attenzione è il passaggio su roccette appena prima di Montorfano. Il giro completo del Lago di Devero, in aggiunta a questa, può risultare lunga e adatta solo a bambini più grandicelli. Non è però adatta ai passeggini, in questo caso è meglio seguire completamente la sterrata che collega Alpe Devero a Crampiolo. Volendo, spingendo un po’, si può anche raggiungere il Lago di Devero mantenendosi però sulla selciata che costeggia il torrente sulla destra orografica.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino, Annalisa Porporato




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