Dalla Cascata del Toce al Passo San Giacomo
VIE STORICHE DI MONTAGNA
Valle Formazza
Descrizione Percorso
Costruita a partire dal 1929 per la realizzazione delle dighe del Lago Castel e del Lago Toggia in Alta Val Formazza, nell’estremo nord del Piemonte, la strada unisce la famosa Cascata del Toce al Passo San Giacomo, passando per la frazione Riale e collegando così l’Italia alla Svizzera ticinese.
Il primo tratto di percorso, che parte dalla Cascata del Toce (1685 m slm) ed arriva alla frazione Riale di sotto, si svolge su asfalto lungo la Strada Statale 659.
Poco prima di raggiungere la frazione Riale (1740 m slm), la strada si dirama e qui inizia la sterrata che conduce al Rifugio Maria Luisa (2160 m slm), prosegue al Lago Toggia ed arriva al Passo San Giacomo (2313 m slm). E’ proprio in questo tratto che il percorso diventa un vero capolavoro con pendenze ridotte e tornanti dalle linee perfette, affiancate da muretti in sasso ed archi da cui si possono scattare foto uniche sulla piana di Riale e sulle cime dell’Alta Formazza.
Terminato questo primo tratto di salita la strada prosegue in falsopiano, attraversando la conca dell’Alpe Toggia, giungendo al Rifugio Maria Luisa e costeggiando la diga del Lago Toggia. Proseguendo in leggera salita, la strada conduce sino al Passo San Giacomo da cui si apre una bellissima vista sulla Val Bedretto (Svizzera). Già nel 1885 presso il Passo San Giacomo era presente un piccolo ricovero svizzero dove alloggiavano dei telegrafisti che trasmettevano al Forte di Airolo (Svizzera) la situazione dell’Alta Val Formazza. A seguito della costruzione della strada carrozzabile per il versante italiano del Passo San Giacomo, sul territorio della Val Bedretto furono realizzate negli anni ’30 del Novecento nuove fortificazioni che divennero il cuore del sistema difensivo dell’omonimo passo: il forte d’artiglieria “Grandinagia” e il fortino corazzato “San Giacomo”. Postazioni per mitragliatrici e per campali d’artiglieria, ricoveri e funivie per la logistica e l’approvvigionamento dei forti principali.
Oggi la strada è percorribile a piedi ed in MTB mentre in inverno con ciaspole e sci d’alpinismo (consultare sempre il bollettino valanghe).
EVENTUALI RISCHI: Si segnala che l’itinerario può prevedere dei tratti in compresenza di traffico veicolare. In inverno consultare sempre il bollettino valanghe.
PUNTI D’INTERESSE
Simbolo della Val Formazza è la Cascata del Toce che grazie al suo salto di ben 143 metri viene definita “la più bella e poderosa fra le cascate delle Alpi”.
Interessante è la visita al borgo diffuso di Formazza con le sue frazioni dal caratteristico nome in Titsch (idioma walser locale) ove respirare atmosfere walser.
Dalla Cascata del Toce e da Riale partono inoltre numerosi percorsi per appassionati di trekking e mtb.
Attrazione naturale e turistica è Premia Terme, moderno centro termale dotato di piscine interne/esterne con acqua calda ed area wellness (www.premiaterme.com).
(Progetto è promosso dalla legge regionale 19 maggio 2021 n. 9, “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico” che riconosce e valorizza le strade storiche di montagna di interesse turistico al fine di favorire lo sviluppo del turismo all’aria aperta)
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La Via Geoalpina del Parco della Val Nazionale della Val Grande
VIA GEOALPINA TRA VAL GRANDE E VALLE STRONA
Val Grande
Descrizione Percorso
La Via Geoalpina del Parco della Val Nazionale della Val Grande si inserisce nel quadro di un progetto internazionale che ha lo scopo è quello di diffondere delle conoscenze sulle scienze riguardanti la terra quali la geologia, la geomorfologia, l’idrologia, i rischi naturali o lo sfruttamento della pietra attraverso percorsi segnalati, che sensibilizzano i turisti e gli escursionisti sulla storia della formazione della catena alpina e sui segreti della terra.
L’itinerario rafforza e valorizza da una parte quella rete di percorsi storici ed ambientali che innervano il sistema della fruizione escursionistica nel comparto del VCO e dell’alto novarese, dall’altra la dorsale nord orientale del Sesia Val Grande Unesco Global Geopark sottesa al territorio del parco nazionale e le aree limitrofe dal confine italo-elvetico a Campello Monti in valle Strona. Percorrendo la Via Geoalpina, oltre a godere di una straordinaria varietà di paesaggi e ambienti montani, si incontrano anche due importanti tratte di interesse geologico (allestite con pannelli tematici) quali la Linea del Pogallo, nella valle omonima, e la cosiddetta “Serie dei Laghi” lungo la dorsale della Linea Cadorna da Pian Cavallo alla Zeda.
L’itinerario si innesta poi sia nel tratto iniziale di Falmenta- Gurro sia nel punto finale di Campello Monti su tappe della Grande Traversata delle Alpi Piemontese e può costituire a tutti gli effetti una variante di straordinario interesse per raggiungere il Lago Maggiore dalla Valle Sesia.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/geoalpina
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La Via del Mercato è un percorso escursionistico che collega Domodossola con Locarno attraverso la Val Vigezzo e le Centovalli
LA VIA DEL MERCATO DOMODOSSOLA – LOCARNO
Domodossola e dintorni
Descrizione Percorso
La Via del Mercato è un percorso escursionistico che collega Domodossola con Locarno attraverso la Val Vigezzo e le Centovalli, lungo mulattiere usate fin dall’antichità per portare i prodotti delle valli al mercato delle città. Le stesse mulattiere erano percorse dai tanti emigranti della valle e dai pellegrini che salivano al Santuario di Re, importante centro devozionale della valle dedicato alla Madonna del Sangue, meta di pellegrinaggi da Domodossola, Locarno e Cossogno (nel Verbano).
La Val Vigezzo, diversamente dalle altre valli ossolane, è un luogo in cui le regole dell’orografia sono capovolte. Non una valle scavata dal corso di un torrente con i villaggi posti a differenti altitudini dalla testata allo sbocco della piana. La Vigezzo sembra non avere inizio né fine: vanta due torrenti contrapposti, uno dei quali sembra scorrere in salita, è piatta e poco incisa. Qui non solo l’orografia è insolita, ma anche la storia e la cultura: è una valle benestante che vive di turismo e lavoro di frontalieri, che ha conosciuto un’emigrazione che nei secoli ha prodotto invenzioni curiose e benessere di ritorno, ma anche la tradizione degli spazzacamini e una storia artistica legata a importanti scuole di pittura. L’ambiente riposante e la policromia dei boschi di latifoglie rendono il paesaggio molto dolce allo sguardo. Eppure la Val Vigezzo è un ambiente alpino, un luogo aperto ma incastonato tra valli cupe e selvatiche.
La valle nel corso dell’ultimo secolo ha vissuto una profonda trasformazione del sistema socioeconomico: la tradizionale attività agro-pastorale ha subito una forte riduzione ritagliandosi uno spazio esiguo come economia integrativa. Non c’è stato sviluppo industriale per cui il “frontalierato” nella vicina Svizzera e il turismo costituiscono la voce primaria dell’economia vigezzina. Questo ha permesso di evitare l’emorragia di popolazione che in altre valli ha segnato negativamente il tessuto sociale e l’assetto del territorio. Uno dei modi migliori per conoscere e apprezzare i contenuti storici e le bellezze della Val Vigezzo e della attigua Centovalli è proprio ripercorrere l’antica via che collegava Domodossola con Locarno (CH), in uso sembra fin dal Medioevo da mercanti e boscaioli, mandriani ed emigranti tra Ticino e Italia.
Oggi una parte del percorso è andata perduta, ricoperta dall’attuale rete stradale, ma alcuni tratti ben conservati dell’antica mulattiera sono presenti sia in Italia che in Svizzera. Camminare su questa Via è facile e piacevole, grazie anche alla Linea ferroviaria transfrontaliera della “VIGEZZINA”, recentemente definita “la più bella ferrovia panoramica d’Italia” che unisce Domodossola con Locarno. Spostandosi con il treno della Vigezzina è possibile pernottare in qualsiasi paese della valle, raggiungendo al mattino il punto di partenza della tappa.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/del-mercato-domodossola-locarno
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Il lungo tracciato della GTA in Piemonte che ammonta a più di 1000 km
GRANDE TRAVERSATA DELLE ALPI – GTA: TRATTO NORD PIEMONTE
Alpi Veglia-Devero
Descrizione Percorso
Il lungo tracciato della GTA in Piemonte che ammonta a più di 1000 km è stato diviso, anche per ragioni pratiche di scarico e gestione dei dati, in 3 grandi tratti corrispondenti alle aree nord, centro e sud della Regione. La parte nord prende avvio da Cannobio sul Lago Maggiore e si sviluppa attraverso una notevole varietà di contesti di grandissimo valore ambientale e paesaggistico. Si risale dapprima verso nord attraverso la Val Maggia svizzera o, in variante, lungo la selvaggia Alta Valle dell’Isorno puntando verso la Val Formazza, estremo lembo del Piemonte incuneato tra i Cantoni svizzeri del Ticino e del Vallese. Dalla Frazione Riale, punto estremo verso nord da cui si dipartono i collegamenti per i colli della vicina svizzera, inizia la lunga discesa verso sud transitando prima di tutto attraverso gli incantevoli altopiani delle Alpi Veglia e Devero fino a scendere a Varzo. Ci si porta quindi nella vicina Val Bognanco dove il tracciato si sdoppia ed è possibile scegliere se seguire il tracciato principale che rimane delle medie e basse valli Antrona, Anzasca e Sesia oppure se percorrere la più impegnativa variante che attraversa zone di alta montagna e si riconnette al tracciato principale presso Alagna Valsesia. Da Alagna il tracciato porta verso Riva Valdobbia ed infine a svalicare nel territorio biellese da cui prende avvio il tratto centrale della GTA.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/grande-traversata-delle-alpi-gta-tratto-nord-piemonte
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Il Passo del Gries, a 2479 m di quota tra la Val Formazza e l’Alto Vallese
VIA DELLO SBRINZ – VIA DEL GRIES
Valle Formazza
Descrizione Percorso
Il Passo del Gries, a 2479 m di quota tra la Val Formazza e l’Alto Vallese, costituì per cinque secoli la via più diretta fra la pianura lombarda e la Svizzera centrale. Da Milano a Berna, dal Mediterraneo alle pianure dell’Europa centrale, attraverso il Gries transitarono uomini, merci, idee. Fu una strada commerciale, una carovaniera percorsa da lunghe file di muli carichi di merci. Da nord scendevano bestiame, pelli e formaggi (lo “sbrinz” dell’Oberland Bernese), ma anche prodotti di lusso come i preziosi cristalli lavorati dai monaci di Engelberg destinati alle corti italiane. Da sud salivano i panni e le sete lombarde e soprattutto il vino dell’Ossola, esportato fino alla corte di Francia.
Il 12 agosto 1397, a Munster, capoluogo del Goms, patria d’origine dei Walser, si riunirono i rappresentanti dell’Ossola e della Val Formazza con quelli della città di Berna, dell’Abbazia di Interlaken, delle comunità dell’Hasli e del Goms per firmare una convenzione che garantisse il comune impegno nell’apertura di una strada commerciale tra Milano e Berna. Una grande via nel cuore dell’Europa: 600 anni fa. Il contratto prevedeva la costruzione e la manutenzione di una strada che dal Grimsel, attraverso il Gries, giungesse in Ossola per favorire particolarmente i commerci tra il nord e la Lombardia. Ognuno si impegnava nella buona tenuta e il controllo della viabilità per la propria zona: i bernesi sino al passo del Grimsel, dove proprio in quegli anni sorgerà un ospizio, gli uomini di Munster dal Grimsel al Gries, e i formazzini sino al passo. Furono dettate anche le norme relative ai dazi da riscuotere, e la sicurezza del transito che ogni comunità doveva fornire.
Il processo di recupero della memoria storica e lo spirito di collaborazione ancora vivo tra le popolazioni di montagna di qua e di la della frontiera, hanno contribuito alla recente rivalutazione di questa antica Via Storica: la Via del Gries è entrata a far parte dal 2002 di uno dei 12 Itinerari Culturali di interesse nazionale della Svizzera. L’itinerario si chiama “Via Sbrinz” o “Sbrinz Route”, un viaggio in sette tappe da Lucerna a Domodossola per chi, a passo lento, vuole riscoprire l’emozione di camminare sui sentieri della storia.
Ogni estate, come rievocazione storica, l’itinerario viene percorso da una carovana di muli e merci (www.sbrinz-route.ch)
Il percorso della Via del Gries, tranne il tratto del passo del Gries, si snoda prevalentemente in fondovalle, attraverso i centri abitati e in prossimità della viabilità principale (SS659). Le numerose possibilità di alloggio e ristorazione lungo la valle consente di scegliere la lunghezza delle tappe a seconda del proprio livello di preparazione. Da Crevoladossola a Ulrichen bisogna comune prevedere un minimo di 3 tappe. Ma per chi vuole camminare con lentezza, alla scoperta delle meraviglie naturali, storiche e culturali della valle si consiglia di effettuare il cammino in 4 tappe.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/dello-sbrinz-del-gries
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L’antica strada che inzia dal fondovalle ossolano fino alla valle di Binn
VIA DELL’ ARBOLA – VIA ALBRUN
Alpi Veglia-Devero
Descrizione Percorso
L’antica strada che, attraverso la Bocchetta d’Arbola o Albrunpass (2409 m), conduceva dal fondovalle ossolano alla valle di Binn e quindi alla Svizzera interna è molto importante per la storia dei transiti attraverso le Alpi.
L’Arbola è il valico più basso e agevole delle Alpi Lepontine, secondo solo al Sempione sui monti dell’Ossola. Mentre il Passo di Boccareccio, quello di Cornera e della Rossa sono resi difficoltosi da imponenti bastionate di roccia che ne rendono difficoltoso l’accesso agli uomini e impossibile agli animali da soma, la mulattiera selciata dell’Arbola permetteva il transito alle lunghe colonne di animali da soma carichi di merci. Una grande carovaniera attraverso le Alpi.
Le Alpi Lepontine, poco discoste da quel Gottardo da cui nascono fiumi che scendono nelle direzioni dei quattro venti, furono sempre un nodo orografico fondamentale nella viabilità alpina: l’Arbola porta nella Binntal, il Gries porta nell’Hasli e quindi in Oberland, il Passo San Giacomo (la “montagna di Valdolgia”) porta ad Airolo e in Ticino. La “strada d’Antigorio” per Baceno, il Devero e l’Arbola (il “passo inferiore” per distinguerlo da quello superiore o “del ghiacciaio” costituito dal Gries) fu per molti secoli la principale arteria commerciale tra il Vallese e la Lombardia. Tanto che anche la antiche carte definiscono l’Arbola come “passo verso la Lombardia (Pass gegen Lombardy, Sebastian Munster, 1550) oppure “passo per Milano” (Pass auf Mailand, Gabriel Walser, 1768). Nei secoli del Medioevo, quando gli uomini iniziarono a percorrere gli alti valichi alpini per scambiare merci e idee, le soste di Baceno ed Ernen crebbero di importanza. I villaggi ai piedi del valico (Baceno, Binn, Ernen) vengono considerati dagli storici come “insediamenti di passo” in cui la funzione mercantile si abbinava a quella pastorale. Fino al XIII e XIV secolo, quando le gole di Gondo sul Sempione furono attrezzate con passerelle di legno ancorate con catene alla roccia, il Passo d’Arbola fu la “porta della Lombardia”.
A nord salivano grano e vino, sete e spezie provenienti dall’Oriente; a sud scendevano sale, formaggi e bestiame. A Baceno e Croveo crebbero dinastie di mercanti che percorsero l’Europa alpina portando anche il sale di contrabbando dalle miniere di Hall, vicino a Salisburgo, al mercato di Ernen attraverso la “via trasversale” del Passo San Giacomo, Scatta Minoia e Bocchetta d’Arbola. Essi svilupparono una ramificata rete di relazioni transalpine con i cantoni svizzeri di Uri e Unterwalden. Percorrevano gli alti valichi e possedevano prati e pascoli per l’alimentazione delle mandrie acquistate in Svizzera e da vendersi sui mercati lombardi e cantine dove conservare vino e formaggi. L’itinerario dell’antica via dell’Arbola – Via Albrun è uno degli Itinerari Culturali di interesse regionale della Svizzera.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/dellarbola-albrun
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Un percorso che percorre tutta la Valle Antrona
VIA ANTRONESCA
Valle Antrona
Descrizione Percorso
La “Strada Antronesca” percorre interamente la Valle Antrona, conosciuta, fra le vallate ossolane, come la “valle del ferro” per le numerose miniere a cui è legata la formazione, nel XIX secolo, del centro siderurgico di Villadossola. Lunghe carovane di muli e di asini trasportavano il ferro a Villadossola che era il centro principale per il commercio del ferro. La bontà del metallo antronese era conosciuta dappertutto e veniva esportato anche in Svizzera.
La “Strada antronesca” fu quindi anticamente praticata per passare dalla valle Antrona in Valle di Saas, attraverso il passo di Antrona o di Saas (2883 m) e quindi come uno dei collegamenti principali tra l’Ossola e il Vallese, congiungendo Villadossola con Visp. Questa strada non raggiunse mai l’importanza di quella del Sempione, protetta dai governi dello Stato di Milano e del Vallese e servita da una importante corporazione di Someggiatori. Il problema principale era naturalmente quello della manutenzione, giacché le strade di montagna sono le più soggette a deperimento dovuto a valanghe, smottamenti e frane. Il fatto che nel secolo XVI la fiera annuale del bestiame sia stata portata a Villadossola anziché a Macugnaga, fa presumere che nei secoli XV e XVI questa strada sia stata mantenuta efficiente.
Questa situazione, caratterizzata dalla presenza di molteplici valichi usufruibili dal traffico commerciale si mantiene vivace fino al XVIII secolo, quando venne mutata dall’apertura della strada Napoleonica che, attraverso il passo del Sempione, raggiungeva Ginevra e quindi il cuore dell’Europa. La supremazia del Sempione era già emersa nel Seicento all’epoca della mulattiera della Val Divedro lungo la quale passò il commercio del sale ad opera del nobile vallesano Kaspar Stockalper, “Le roi du Simplon”.
Il 6 ottobre 1996 viene inaugurato il primo tratto della “Strada Antronesca” ripristinata dalla sezione CAI di Villadossola e il 17 agosto 1997 il secondo tratto da Antrona a Saas Almagel. Dal 2010 questo percorso è stato inserito nel progetto “Strategico” Interreg VETTA.
Per la “Strada Antronesca” si apre una nuova era, quella dell’“Escursionismo Culturale”.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/antronesca
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CIRCUITO A TAPPE
CIRCUITO DI SAN CARLO
Valle Cannobina
Descrizione Percorso
Il Circuito di San Carlo collega i paesi della valle Cannobina e prende il nome da San Carlo Borromeo in ricordo di una visita pastorale che il Santo compì in valle nel 1574.
A Gurro l’antica e affascinante “Casa San Carlo” ricorda il luogo dove il santo dormì nel suo viaggio pastorale.
Si tratta di un itinerario in due tappe: la prima da Cannobio sul Lago Maggiore a Falmenta, piccolo paesino della Valle Cannobina.
La seconda Tappa è un itinerario semicircolare con partenza da Falmenta che raggiunge Cursolo (sulla sponda opposta del T. Cannobino).
Il percorso segue quasi interamente belle mulattiere lastricate.
Da Falmenta una variante della seconda tappa consente da Gurro di raggiungere direttamente Cursolo accorciando il percorso.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/circuito-di-san-carlo
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PERCORSO IN 4 TAPPE
STRA’ GRANDA
Valle Anzasca
Descrizione Percorso
Nel 1553 la Valle Anzasca viene visitata da Joachim de Annono, “homo da bene” e funzionario del governatore spagnolo di Milano. È un uomo di potere che viene a verificare se i valligiani di Anzasca sono in grado di pagare l’esosa tassa del Mensuale. Rimane in valle 14 giorni e al ritorno stende una relazione precisa e documentata.
È la prima descrizione della Strà Granda che da Piedimulera sale a Macugnaga per poi risalire l’erta montuosa del Monte Moro e condurre nella Valle di Saas.
Al centro del suo viaggio è la strada medioevale della Valle Anzasca: “…truovo che detta valle è con pochissima o quasi nulla planitia, e longa circa sedici miglia, stretta tra le montagne di grande altezza, in mezzo della quale gli decorre un grande torrente appellato l’Anza, quale discende da una montagna di giazzo, quale è permanente in fondo di detta Valle, e poi va augumentandosi detto Riale per molti Riali, quali discendono di quà e di là di detti monti, et nello intrar di detta Valle si ascende un monte per un miglio circa, poi si trova la strada di man dritta costrutta nelle montagne, larga circa un brazzo e mezzo, ed in tal luogo di più o di meno, molto alta e precipitosa;…”
Questa strada, seguendo 400 anni dopo il cammino di Joachim de Annono, la si può ancora percorrere ancora oggi.
Sul selciato consunto che segna i suoi tornanti è passata la storia della valle, non la Grande Storia ma quella umile e nascosta di mulattieri che si recavano in Svizzera o di valligiani che scendevano al mercato di Vogogna a rifornirsi di granaglie. Il selciato lucido di ogni tornante ha visto le furiose guerre di villaggio e il passare di carichi d’oro che scendevano alle città.
Camminare sulla Strà Granda di Anzasca vuol dire percorrere un viaggio nel tempo su un sentiero storico di comunicazione infra-valligiano.
Sopra Piedimulera si incontra l’oratorio di San Giovanni Nepomuceno, significativamente protettore dagli annegamenti e dalle inondazioni (anche dalle malelingue!); a Mezzamulera, famosa per la tessitura della canapa, ci sono speciali rientranze nel muro per il carico dei muli.
A Cà Turnal un’incudine, una tenaglia e un martello incisi su una lastra di pietra ripropongono lo stemma ghibellino di parte Ferraria, una delle fazioni che insanguinarono l’Ossola nel XVI secolo.
Poi i forni frazionali per la cottura collettiva del pane poche volte l’anno, i torchi consortili per la spremitura delle vinacce (un piccolo capolavoro di ingegneria rurale è quello di Morlongo), i mulini e le macine per la spremitura dell’olio di noci. Cento e cento sono i reperti della cultura materiale contadina sparsi lungo la Strà Granda che diventa il percorso tematico per conoscere la civiltà alpina sviluppatasi tra questi monti. E, alla testata della valle, l’imponenza della parete est del Monte Rosa, duemila metri di rocchia e ghiaccio, l’unica parete di dimensioni himalayane delle Alpi.
Una valle anomale, con due culture (quella walser e quella romanza), che conserva un alto grado di naturalità e un’antica armonia tra uomo e ambiente.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/stra-granda
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PERCORSI A TAPPE
VIA BORROMEA
Valle Cannobina
Descrizione Percorso
Questa antica arteria del traffico di genti e mercanzie cannobine prende il nome da S. Carlo Borromeo che compì in valle una visita pastorale nel 1574.
Il santo dormì a Gurro, dove la splendida “Casa S. Carlo” ne conserva il ricordo.
Lungo la mulattiera due modeste edicole ricordano l’episodio della povera mula che trasportava il Borromeo e che, nel tratto dove la mulattiera prende a scendere nella valle di Cavaglio provenendo da Traffiume, sbalzò di sella l’illustre pellegrino che miracolosamente scampò al disastroso volo nel baratro che gli sarebbe stato fatale.
Il percorso collega il Santuario di Re in Val Vigezzo con il Santuario della Madonna della Pietà di Cannobio e consente di scoprire gli angoli più suggestivi della valle Cannobina.
Info e tappe: https://www.piemonteoutdoor.it/it/attivita/escursionismo/borromea
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