Un viaggio affascinante dal centro della terra alle spettacolari Marmitte dei Giganti

VALLE ANTIGORIO: ORRIDI DI URIEZZO

Valle Antigorio
Medio
Distanza 6,5km
Durata Da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +200
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Viaggio affascinante al centro della terra, così si potrebbe intitolare questa bellissima passeggiata che passando per gli Orridi di Uriezzo porta alle spettacolari Marmitte dei Giganti.

località di partenza e di arrivo: Baceno (655 m)
quota massima: Orrido Nord-Est (700 m circa)
quota minima: Verampio (530 m)
dislivello: 200 m circa totali
distanza: 6,5 km totali
tempo di percorrenza al netto delle soste: 2 ore totali
tipologia di percorso: misto (sentiero, asfalto, sterrata)
segnaletica: cartelli bianco/rossi
acqua: fontane nel centro di Baceno, altre lungo il percorso
periodo consigliato: da marzo a novembre
come arrivare: dista 20 km da Domodossola. Direzione Crodo e quindi direzione Valle Formazza fino a Baceno. I parcheggi a ridosso dell’ufficio del turismo sono a disco orario, meglio utilizzare il parcheggio di Piazza Aldo Moro (all’inizio della borgata appena dopo la farmacia, sulla destra arrivando da Domodossola, vietato il mercoledì per mercato). In autobus: linea Domodossola-Formazza, fermata Baceno (www.comazzibus.com).
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi – www.distrettolaghi.it; Comune di Baceno – www.comune.baceno.vb.it; Comunità Montana delle Valli dell’Ossola – www.cmvo.it

L’itinerario

Dal parcheggio di Piazza Aldo Moro si attraversa la statale per imboccare subito via Francesco Fornara in salita (cartello marrone “chiesa monumentale” e “orridi”) passando davanti alla sede dei Vigili del Fuoco (servizi igienici) e salendo fino alla Chiesa Monumentale di San Gaudenzio.

Risalente al X secolo, si presenta ancora con impianto fortemente romanico, eretta su uno sperone roccioso che la fa dominare dall’alto. L’affresco sulla facciata rappresenta un San Cristoforo del 1542 (patrono dei viaggiatori, solitamente veniva rappresentato di dimensioni grandiose perché fosse visibile da lontano e, sovente, indicava punti di guado e presenza di ponti), mentre all’interno si trovano sulle colonne affreschi di santi e nobili, oltre un grandioso affresco rappresentante una crocifissione, dipinti in gran parte del XVI-XVII secolo (www.chiesa-baceno.it).

Guardando la facciata della chiesa, si prende a sinistra il passaggio in discesa al di sotto di un arco (cartello bianco/rosso “H00 Orridi di Uriezzo”) e si passa al di sotto delle impressionanti arcate di pietra che reggono la struttura della chiesa. La mulattiera in parte selciata porta in discesa fino a confluire su una sterrata che va seguita verso sinistra. In località Balmacor si prende a destra (cartello di legno), sempre in discesa, passando al centro di quello che, un tempo, era una marmitta dei giganti. Appena oltre un pilone votivo si trova una fontana al di sotto della parete rocciosa e subito dopo la strada si fa più pianeggiante con un bel passaggio tra i castagni. Al bivio seguente si prende a destra in discesa (cartello “Verampio”) per andare a sinistra, in salita, al bivio che si trova immediatamente dopo (cartello “G34c Orrido e Oratorio Santa Lucia”).

Nota: memorizzate questo bivio poiché lo ritroverete al ritorno.

Giunti a una bella casetta isolata (fontana) si passa proprio accanto allo spigolo dell’edificio percorrendo un tratto della strada sopraelevata (seguire la scritta “orridi” dipinta sulla roccia) arrivando alla centrale idroelettrica di Maiesso (fontana). Alle spalle della centrale si imbocca il sentiero (evidenziato dal mancorrente) che sale ripido per poi scendere graduale in mezzo a un bel bosco misto di latifoglie e radi abeti. Scesi sulla sterrata si va a sinistra (cartello “Orridi e Oratorio”). Si ignora la scala a destra proseguendo dritti sulla sterrata (la scala porta all’Orrido Sud, lo percorrerete dopo), attraversando una zona di prati aperti. Prendetevi il tempo di effettuare la breve deviazione a destra segnata dal cartello “Cippo del Partigiano” e “Ponte di Balmasurda 0h05”. Al termine del prato si trova un cippo dedicato al partigiano Luigi Fradelizio.

Il 30 giugno 1944, durante un trasferimento, venne colpito a morte dai nazisti e rimase per diversi giorni insepolto. Lasciò una giovane moglie, una bimba di due anni ed un bimbo di appena quattro mesi.

Appena oltre il cippo, un brevissima discesa porta al ponte sullo spettacolare Orrido di Balmasurda in cui l’acqua del fiume Toce scorre impetuosa. Tornati sulla sterrata principale la si percorre fino all’asfalto, dove si devia a sinistra in leggera salita per seguire quasi subito un sentierino sulla destra (cartello “Orrido sud-est”). Da questo punto si entra nel mondo affascinate degli Orridi.

Durante la glaciazione Wurmiana (da 120 mila a 15 mila anni fa) il territorio era ricoperto da uno strato di ghiaccio che in questo punto era stimato in un’ampiezza di sei chilometri e uno spessore superiore ai mille metri. Le acque di superficie del ghiacciaio, sciogliendosi, creavano torrenti che scorrevano molto velocemente nello strato compreso tra roccia e ghiaccio e trascinavano con sé molti detriti, dando origine così a “buchi” (Marmitte) e profonde fenditure oggi asciutte e percorribili (Orridi). Nella zona di Uriezzo se ne trovano tre: l’Orrido Ovest (meno caratteristico ed esposto, solo per esperti), l’Orrido Sud, che vedrete dopo, e l’Orrido Nord-Est (lungo circa 100 metri).

Il primo tratto è il più bello e caratteristico, con passaggi stretti che sembrano scomparire. Non essendo particolarmente profondo è luminoso e gradevole anche se la sensazione di entrare in un mondo magico è forte. Una scalinata porta al secondo tratto, più basso e aperto che porta ad uscire in un bel bosco. Da qui si torna indietro passando nuovamente nell’orrido.

In alternativa è possibile seguire la traccia lungo il bosco, a sinistra, che porta alla strada asfaltata. Da qui si prende a sinistra tornando al punto di partenza.

Si ripercorre la strada asfaltata, volendo è possibile effettuare la brevissima deviazione verso l’Oratorio di Santa Lucia del 1663, già a vista. Si ripercorre la sterrata già fatta fino a tornare alla scaletta vista in precedenza e da qui si scende all’interno dell’Orrido Sud, chiamato anche “Tromba d’Uriezzo”. Lungo circa 200 metri, possiede stretti passaggi che si alternano ad ampie sale mentre le pareti salgono anche di 20/30 metri in un continuum di suggestioni difficili da rendere a parole. Al termine si giunge nei pressi di un ponte: se si passa sotto si arriva in vista di due cascatelle, salendo le scale prima di esso si sale sulla strada sterrata.

Volendo rivivere l’emozione dell’Orrido lo si percorre a ritroso, una volta tornati sulla strada sterrata si piega verso sinistra seguendo sempre la segnaletica “Verampio” e ci si ritrova sulla sommità di questo ponte.

Si prosegue quindi sulla sterrata (verso sinistra uscendo dalle scalette del ponte) in continua e costante discesa, fino ad arrivare a un bivio che va preso ancora verso sinistra (cartello “Marmitte dei Giganti”) e che porta in breve a un ponte che sovrasta un tratto del fiume Toce dove si sono formati, tempo addietro, un gran numero di questi fenomeni geologici (fontana).

Prestando molta attenzione (la roccia può essere scivolosa!) si può scendere fino a filo dell’acqua ma attenti ai bambini poiché la corrente è forte. Meglio tenersi presso le “conche” più piccole e tranquille.

Ammirate le Marmitte dei Giganti, si riprende la sterrata tornando indietro fino al bivio (cartello “Verampio”) e proseguendo sempre in discesa si raggiungono le prime case di questa borgata. Superato un guado si prende a destra (cartello “Baceno”), passando tra alcune abitazioni su una pista erbosa che porta ad un ponte a schiena d’asino (cartello “Baceno Chiesa”), superato il quale si comincia a salire lungo un sentiero in parte selciato (in caso di pioggia può presentarsi scivoloso). La salita è continua e decisa, passa per una piccola borgata abbandonata con un oratorio, un fontanile e un edificio affrescato per raggiungere il bivio già toccato in discesa (vedi sopra prima “nota”). Da questo punto si ripercorre a ritroso il tratto fatto all’inizio della passeggiata fino a tornare alla Chiesa Monumentale di Baceno.

Per saperne di più:

Croveo, torchio e marmitte
A Croveo, frazione poco a monte di Baceno, si trova un antico torchio a leva “alla piemontese” con un trave lungo 8 metri, la cui presenza è attestata dal 1860 anche se probabilmente era già presente prima poiché su una trave si trova inciso l’anno 1766. Era privato ma veniva utilizzato da tutta la comunità e rappresentava un punto di incontro poiché per esser manovrato erano necessarie otto persone che si davano il cambio divise in due squadre da quattro alla volta. Con il termine si indica non solo il torchio vero e proprio ma tutto l’edificio che ospita anche una macina. Serviva per la lavorazione di mele, noci, canapa e per la spremitura della “pir”, un tipo di pera ormai scomparsa, dal gusto acidulo non proprio gradevole, ma dal cui succo si otteneva una sorta di vino dolce, il “vino di pir” (simile al “poiré” francese, un sidro ricavato dalle pere). Sempre a Croveo si trovano anche le Marmitte di Croveo, formazioni geologiche visibili dal ponte in pietra raggiungibile in 5 minuti a piedi, partendo dalla piazza centrale.

Consigli per i baby escursionisti:

L’interno degli orridi non è accessibile ai passeggini per via del fondo sconnesso e della presenza di scale metalliche. In caso di pioggia può presentarsi assai fangoso e scivoloso.

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino e Annalisa Porporato




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