FACILE PERCORSO LUNGOLAGO

LAGO D’ORTA: DA PETTENASCO A LEGRO

Lago d’Orta
Facile
Distanza 6 km
Durata Da 1 a 3 ore
Elevation N.P.
Dislivello + +200
Dislivello – N.P.
Pendenza N.P.

Descrizione Percorso

Facile percorso lungolago che ricalca, in parte, il Raggio d’Oro e che dalla borgata di Pettenasco porta verso Legro, “paese dipinto”, attraversando l’affascinante borgo di Miasino, colmo di storia.

località di partenza: Pettenasco (300 m)
località di arrivo: Legro (360 m)
quota massima: Miasino (492 m)
dislivello: 200 m circa solo andata
distanza: 6 km solo andata
tempo di percorrenza al netto delle soste: 2 ore solo andata
tipologia di percorso: misto (sentiero, asfalto, sterrata)
segnaletica: cartelli bianco/rossi “VU9” e segni bianco/rossi
acqua: fontane nei centri abitati
periodo consigliato: tutto l’anno in assenza di neve
come arrivare: dista 20 km dall’uscita autostradale di Arona della A26, quindi direzione Gozzano e a seguire Orta San Giulio e Pettenasco, posto sulla riva orientale del Lago d’Orta. Parcheggi lungo la provinciale nei pressi della chiesa parrocchiale oppure dell’imbarcadero. In alternativa parcheggi presso l’area di sosta Paganetto. In autobus: linea Borgomanero-Omegna (www.comazzibus.com). In treno: linea Novara-Domodossola, stazione di Pettenasco (www.trenitalia.com). In battello: linea Orta-Omegna, dalla primavera all’autunno (www.navigazionelagodorta.it)
informazioni: Distretto Turistico dei Laghi www.distrettolaghi.it; Ufficio IAT – Via Panoramica, Orta San Giulio, tel. +39 (0)322.905163; Comune di Orta San Giulio www.comune.ortasangiulio.no.it; Ufficio Turistico – Via Vittorio Veneto c/o Museo dell’Arte della Tornitura del Legno, Pettenasco, tel. +39 345.9956357; Comune di Pettenasco www.comune.pettenasco.no.it; Comune di Miasino www.comune.miasino.no.it

L’itinerario

Anche se si può arrivare con l’auto all’area picnic Paganetto, consigliamo, se possibile, di parcheggiare nei pressi della chiesa o della passeggiata lungolago, così da avere la possibilità di attraversare la borgata di Pettenasco e ammirare il bel campanile romanico del XI secolo, uno dei più antichi della Riviera. Dalla chiesa si attraversa la statale per imboccare Via Vittorio Veneto (attenzione, priva di marciapiede) che in salita porta prima al Museo dell’Arte della Tornitura del Legno e poi all’incrocio con una piccola cappella (fontana).

Artigianato tipico dell’area del Cusio, la produzione di oggetti in legno tornito rimase assai attiva fino agli anni Cinquanta. Il museo presenta una collezione di utensili, macchinari e oggetti provenienti dalle fabbriche e dai laboratori locali.

Appena dopo si prende la strada a destra (cartello marrone “area picnic Paganetto”) che passa al di sotto dell’alto ponte ferroviario (mentre vi passate sotto, provate a emettere rumori e fate caso a come rimbombano con effetto eco!). Tenendosi sempre su asfalto si arriva all’area picnic, anticipata da un vecchio ponte coperto di edera. Una breve deviazione percorre la scalinata a sinistra e porta alla base del ponte, presso la riva del torrente con un vecchio fontanile e una Madonnina. Poco dopo il ponte si imbocca la sterrata a destra (cartello VU9 Carcegna-Miasino) che sale graduale fino a sfiorare la ferrovia per poi seguirla diventando a tratti selciata.

All’altezza di un cancello si piega decisamente a sinistra in salita più netta fino a raccordare su una sterrata più larga che prosegue verso destra, ora più graduale. Si entra tra le abitazioni di Carcegna percorrendo Via Roma. Mantenendosi sempre su Via Roma e ignorando segni di vari colori che possono ingannare si arriva ad un incrocio nei pressi della Chiesa di San Pietro Apostolo. Si attraversa l’incrocio così da raggiungere la chiesa dietro la quale si trova un piccolo parco giochi. Si percorre un breve tratto di strada asfaltata per prendere quasi subito a sinistra (cartello “Miasino–Legro”). Dopo un edificio che ospita il circolo operaio si deve prestare attenzione e andare a destra sulla stradina inerbita più piccola (attenzione, dritti si entra in una proprietà privata!) che porta ad attraversare un prato e quindi ad un ponticello che attraversa un piccolo rio, per poi salire lungo una scalinata. Una volta in cima si prende la sterrata a sinistra che dopo un poco si fa asfaltata, sempre in leggera salita. Da questo punto si prosegue sempre dritto mentre verso destra si apre la vista sul lago e la penisola di Orta San Giulio. Si raggiunge così la borgata di Miasino accedendo sotto un’arcata che porta alle stradine selciate.

Variante: il percorso prosegue verso destra, ma consigliamo di effettuare una deviazione verso sinistra percorrendo le vie del paese. Si passa accanto alla mole di Villa Nigra, meravigliosa residenza aristocratica di campagna con ali di varie epoche, dal XVI al XVIII secolo. Sotto la gestione comunale, oggi ospita eventi, mostre e concerti. Da qui si seguono i cartelli per la Chiesa di San Rocco, grandioso edificio che si eleva al di sopra del borgo con alcune gradinate erbose (panchine e fontana). Si è quindi raggiunto il punto più elevato dell’intero percorso. Nelle immediate vicinanze si trova anche il Giardino dei Semplici, sorta di giardino botanico con una raccolta di vegetali citati nella Bibbia, mentre appena dietro il campanile si allargano un campo da calcio e uno da volley.

Dal bivio si continua sulla selciata fino a sbucare ad un incrocio. Si deve prendere a destra percorrendo un tratto su asfalto (fate attenzione, privo di marciapiede!). Lo si abbandona dopo 300 metri per imboccare una sterrata a destra (cartello “Legro-Orta”) che scendendo porta attraverso un tratto boscoso. La sterrata diventa asfalto e al suo termine si prende a sinistra. Giunti all’incrocio lo si attraversa puntando verso i due cancelli che si trovano di fronte: tra i due comincia Via Vecchia Stazione, costellata dai primi murales a tema cinematografico. Siete arrivati a Legro, detto “il paese dipinto” proprio per la presenza dei numerosi affreschi che si trovano sparsi sulle facciate delle case e per le vie, tutti legati a film girati sul Lago d’Orta, tutti da cercare girovagando per questo paesino.

Per il ritorno si prospettano varie soluzioni.
Si può tornare indietro semplicemente per la strada percorsa all’andata.
Si può utilizzare il treno della linea Novara-Domodossola prendendolo alla stazione FS di Orta-Miasino (che in realtà è proprio a Legro!).
Assai consigliabile, infine, è allungare il tracciato a piedi fino a raggiungere Orta San Giulio (vedi descrizione successiva) e, da qui, tornare a Pettenasco con il battello che viaggia in direzione Omegna (non in inverno).

Verso Orta San Giulio
dislivello: -100 metri in discesa solo andata
distanza: 2 km solo andata
tempo di percorrenza al netto delle soste: 45 minuti solo andata

Giunti presso la ferrovia la si attraversa grazie al sottopasso per puntare verso gli impianti sportivi e proseguire su sentiero fino a Via Marconi, nei pressi della rotonda presso cui sorge imponente Villa Crespi.

Se per qualche motivo non è possibile prendere questo sentiero, è sufficiente proseguire con la linea ferroviaria alla propria destra fino a passare oltre la stazione e arrivare su Via Marconi. Qui si prende a sinistra scendendo fino alla rotonda citata in precedenza oppure si devia per la più piccola Via Don Giovanni Bosco che passa parallela a questa, priva di traffico.

Dalla rotonda appare in tutta la sua eleganza la villa moresca, oggi hotel di lusso e ristorante di un noto chef italiano. Ormai siamo ad Orta San Giulio, uno dei “Borghi più belli d’Italia” (www.borghipiubelliditalia.it). Si gira a destra a fianco della villa imboccando Via Fava che in breve porta lungo la riva del lago fino ad arrivare a Piazza Mario Motta, dove si trovano l’imbarcadero e numerosi locali. Ad un’estremità sorge un curioso edificio affrescato, con una scala: si tratta del Palazzo della Comunità. Costruito nel 1582, era sede del governo dello stato-feudo della Riviera di San Giulio ed è noto oggi anche come Broletto o Palazzotto. Orta si dipana in un dedalo di vie intricate e solo apparentemente caotiche. E’ sufficiente mantenersi su Via Olina, che prosegue alle spalle del Palazzo della Comunità, per esplorare i vicoli e i giardini più tipici oppure salire a destra per Via Caire Albertoletti, detta anche “salita della Motta”, per ammirare alcuni degli edifici più antichi. Casa Marangoni (XIV secolo), per esempio, è detta anche “Casa dei Nani” per via delle piccole finestre che ornano la sua parte superiore, sorretta da un lungo architrave in legno e decorata con affreschi.

Per saperne di più:

la visita speciale
Da Orta San Giulio partono varie imbarcazioni per l’Isola di San Giulio, che vale certamente una visita. I suoi stretti vicoli, le scalinate e gli archi di pietra creano uno scenario davvero suggestivo. La maggior parte degli edifici sorge sui resti di un antico castello, forse longobardo, ma a farla da padrone è certamente la Basilica di San Giulio, esternamente in puro stile romanico. Edificata nel IV secolo, sembra dal santo in persona, venne ricostruita una prima volta nel IX secolo, per poi subire ulteriori modifiche durante i secoli X-XI. All’interno spicca il pregevole pulpito in pietra serpentino di Oira (XII secolo), che presenta interessanti bassorilievi tra cui una misteriosa figura umana. La tradizione vuole sia Guglielmo da Volpiano (962-1031), monaco benedettino e abate di Digione, che nacque proprio qui sull’isola. Notevoli poi gli affreschi del XIV-XVI secolo, alcuni della scuola del pittore-scultore Gaudenzio Ferrari (1475/80-1546). All’interno della sacrestia è celata una vertebra fossile ritrovata, sembra, in una grotta della penisola di Orta… Forse il resto di uno dei draghi scacciati da San Giulio? Altro edificio assai importante è l’Abbazia Mater Ecclesiae, che dal 1973 ospita un grosso nucleo di monache di clausura benedettine dedite al restauro di tessuti preziosi ed arazzi.

consigli per i baby escursionisti

Passeggiata alla portata di (quasi) tutti ma non accessibile ai passeggini. Se potete, allungate la passeggiata sino ad Orta, i piccoli apprezzeranno un bel gelato seduti sulle rive del lago!

Realizzatori del percorso: Franco Voglino, Annalisa Porporato e Nora Voglino
Autori dei testi: Franco Voglino e Annalisa Porporato




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